IL MATTINO
la sentenza
15.07.2022 - 19:03
Roberto Speranza
“La sospensione dell’esercizio della professione rischia di compromettere beni primari dell’individuo quale il diritto al proprio sostentamento e il diritto al lavoro di cui all’articolo 4 inteso come espressione della libertà della persona e della sua dignità, garantita appunto dalla libertà dal bisogno”. È quanto riportato nelle premesse di motivazione di una sentenza destinata a far discutere e a riaprire vicende come quella dei militari o sanitari sospesi per mancato ottemperamento dell’obbligo vaccinale Covid-19 che hanno presentato ricorso. A firmare la sentenza è stata la giudice Susanna Zanda del Tribunale ordinario di Firenze, seconda sezione civile, che ha sospeso il provvedimento che vietava ad una dottoressa di esercitare la sua professione di psicologa perché non vaccinata al Covid-19, rimandando il contraddittorio a una udienza fissata per il prossimo 15 settembre. “Quando viene citato lo scopo di ‘impedire la malattia e assicurare condizioni di sicurezza in ambito sanitario’- si legge in sentenza- si controbatte che ‘questo scopo è irraggiungibile perché sono gli stessi report di Aifa ad affermarlo”.
Nel dispositivo si fa riferimento anche ad un “fenomeno opposto a quello che si voleva raggiungere con la vaccinazione, ovvero un dilagare del contagio con la formazione di molteplici varianti virali e il prevalere numerico delle infezioni e decessi proprio tra i soggetti vaccinati con tre dosi’”. Nel contestare l’obbligo vaccinale, il provvedimento cita l’articolo 32 comma 2 della Costituzione: “Dopo l’esperienza del nazi-fascismo non consente di sacrificare il singolo individuo per un interesse collettivo vero o supposto e tantomeno consente di sottoporlo a sperimentazioni mediche invasive della persona, senza il suo consenso libero e informato”, “ne verrebbe lesa la sua dignità” si legge ancora. E insiste ancora il provvedimento anche nella parte finale sul “profilo epidemiologico non dissimile tra un non vaccinato e un vaccinato perché entrambi possono infettarsi, sviluppare la malattia e trasmettere il contagio”.
Si evidenzia che “le varie convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia vietano l’imposizione di trattamenti sanitari senza il consenso dell’interessato perché ne verrebbe lesa la sua dignità” e che la Costituzione “non consente allo Stato e a tutti i suoi apparati centrali e periferici di imporre alcun obbligo di trattamento sanitario senza il consenso dell’interessato”. Si cita in sentenza “anche il Regolamento europeo 953/2021 che vieta discriminazioni dei cittadini europei fondate sullo stato vaccinale”.
Non si fa attendere la risposta del ministro della Salute Roberto Speranza e dell'ordine dei medici sulla sentenza emessa ieri a favore della psicologa No Vax reintegrata a lavoro. "Grazie ai vaccini 19,8 milioni di morti evitate nel solo 2021 a livello globale, 150mila in Italia. Non può un provvedimento cautelare fantasioso competere con i dati scientifici elaborati dall'Imperial College di Londra e pubblicati su 'The Lancet Infectious Diseases' o analizzati dall'Istituto superiore di sanità. Ci aspettiamo che tutti gli organi dello Stato siano coerenti tra di loro nel combattere le fake news e nell'applicare le leggi. Leggi che, se ritenute contrarie alla Costituzione, possono essere rinviate alla Corte costituzionale, ma non andrebbero contestate su terreni diversi da quello giuridico". Queste le parole del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, a seguito del decreto d'urgenza con cui una giudice del tribunale civile di Firenze ha sospeso un provvedimento dell'Ordine che vietava a una psicologa di esercitare perché non vaccinata contro Covid-19. "I vaccini non sono trattamenti sperimentali ma farmaci efficaci, capaci di salvare la vita a milioni di persone. Ne abbiamo parlato tante volte sul nostro sito 'Dottore ma è vero che?', combattendo le fake news, ma anche solo i dubbi e le paure, con le migliori evidenze scientifiche. E noi medici siamo la prova di questa efficacia: prima dell'avvento dei vaccini contavamo tra i 60 e gli 80 morti al mese; dopo, la mortalità si è sostanzialmente azzerata".
In una nota Fnomceo sottolinea "La giudice ritiene che la professionista non possa essere costretta a sottoporsi a questi trattamenti iniettivi sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel Dna, alterandolo in un modo che potrebbe risultare irreversibile", ricordando il provvedimento che continua a far discutere. Anche il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto sulla sentenza del tribunale di Firenze, nel corso della trasmissione televisiva 'In Onda' su La7 "Per cultura politica rispetto sempre il lavoro dei magistrati, ma questa sentenza è assolutamente irricevibile e priva di ogni evidenza scientifica. È una sentenza di cui dobbiamo vergognarci".
edizione digitale
Il Mattino di foggia