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I problemi dell'ospedale oncologico

Rionero, il direttore sanitario del Crob di simette in aperta polemica con il Dg

Mancano medici, infermieri e operatori sociosanitari. E la conflittualità sindacale è alle stelle

Rionero, il direttore sanitario del Crob di simette in aperta polemica con il Dg

Luigi Mandìa

E’ proprio così: il direttore sanitario del Crob, Luigi Mandìa, si è dimesso e, seduta stante, senza preavviso, in aperta polemica con quel direttore generale venuto da chissà dove, è andato via. Via, da quel Dg arrivato a Rionero forse sostenuto da un curriculum di tutto rispetto.
Perché le cose spesso vanno così: si costruiscono e si confezionano curricula, che contano molto a quanto pare nella pubblica amministrazione, a danno dei risultati che invece non si contano, per quantità e per qualità, dopo sei mesi di lavoro, al massimo dopo un anno.
E a distanza di un anno e mezzo vediamo quali sono i risultati prodotti dal direttore generale, Gerardo Di Martino.

La dotazione organica per i ricercatori, in questo istituto di ricerca, è di circa 60 unità: ne sono rimasti 9 con 4 dipendenti di supporto alla ricerca (molti sono andati via). Vanno via due anestesisti, 2 radiologi, 2 oncologi, un ematologo, altri 2 ricercatori sarebbero pronti alla partenza a breve.
E’ andato in pensione il medico responsabile hospice e non è stato sostituito, ci sono solo due fisici con contratto a termine, c’è un solo ginecologo, interventi complessi in urologia e ginecologia non si riescono ad effettuare perché gli specialisti sono assolutamente pochi.
Mancano altri medici, altri infermieri, altri operatori sociosanitari, c’è nervosismo e conflittualità sindacale (Fials, il maggiore sindacato nel Crob, è sul piede di guerra apertamente in polemica con direttore generale). I pochi medici di valore rimasti potrebbero anch’essi demotivarsi per una gestione complessiva che turba fortemente i reparti.
Ora l’ultima di ieri, le dimissioni del direttore sanitario. Chi va via così, in questo modo, in tronco, merita disappunto; più ancora chi lo ha messo in queste condizioni. E se non si interviene neanche stavolta, si è complici.

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