IL MATTINO
la rubrica
12.04.2022 - 12:27
«Potenza mia come ridotta. Vederti in queste condizioni è una ferita davvero profonda. Parlo a titolo personale ma sono certo di interpretare i sentimenti di molti potentini: come è nostro stile e abitudine non abbiamo grandi pretese. In molti, per svariati motivi e me compreso, abbiamo vissuto per anni lontano "da casa". Milano, Torino, Roma, Bologna solo per citarne alcune e abbiamo fatto ritorno nella nostra terra, quella post sisma, della ricostruzione, della speculazione edilizia, del denaro investito per progetti industriali fallimentari, nonostante qualche eccezione. Siamo tornati con qualche sogno, con una professione, con un titolo accademico, con una raccomandazione, con una speranza, cercando di cogliere una sfida e di contribuire alla crescita di Potenza e della Basilicata, evitandone lo spopolamento. Qui abbiamo deciso di far nascere e crescere i nostri figli. Non abbiamo grandi pretese ma neppure vogliamo vergognarci di invitare e ospitare qualche forestiero. Non abbiamo grandi pretese, non vogliamo il car sharing di ultima generazione, il giardino botanico, la rete wifi in tutta la città, i servizi super innovativi e moderni che realtà simili a Potenza per numero di abitanti riescono a garantire. Non abbiamo grandi pretese, basterebbe il decoro della città, un ritiro puntuale dei rifiuti, una scrupolosa gestione del verde pubblico, un'attenta gestione delle strade cittadine, una segnaletica precisa, marciapiedi funzionali e qualche barriera architettonica in meno. Periodiche derattizzazioni, una politica per contrastare il randagismo. Basterebbe l'ordinaria amministrazione e magari un pò di visione. Da adolescente il parco di Montereale era la mia Villa Borghese ed oggi? Un centro storico più attrattivo, un trasporto pubblico meglio organizzato rispetto a quello attuale. Sono consapevole delle difficoltà e l'amministrazione comunale può poco senza la partecipazione della cittadinanza. Il rispetto delle regole e degli spazi comuni, l'educazione, il senso civico pressocchè inesistente delle nuove generazioni sono fondamentali. Siamo in primis noi cittadini a dover dare una svolta e segnare un cambio di mentalità. Purtuttavia ravvedo un senso di spocchioso pressappochismo da parte della nostra giovane classe politica. Nella mia vita ho avuto modo di viaggiare e immagini di realtà cupe, sporche, abbandonate e degradate le ho potute toccare con mano a cavallo tra gli anni '70 e '80 nella Repubblica Socialista di Romania guidata da Nicolae Ceaușescu e nella Germania Est. Potenza, che spicca sempre per gli ultimi posti in qualsiasi classifica, è doloroso dirlo, non è molto lontana da questi modelli che nulla hanno a che fare con il progresso e la qualità della vita».
edizione digitale
Il Mattino di foggia