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Analisi

13 novembre: giornata mondiale della gentilezza

La gentilezza migliora l’umore, l’empatia, le relazioni umane e perfino la salute: ogni gesto o parola garbata ci ritorna come un boomerang abbracciandoci e colorando anche la nostra di esistenza

13 novembre: giornata mondiale della gentilezza

“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile, sempre”. In queste semplici parole risiede un insegnamento destinato a fare storia, morale ed etica. Spesso dolore e sofferenza si celano dietro un sorriso accennato o un’apparenza serena, e ciò lascia sentirsi in diritto di poter eccedere alimentando sentimenti negativi, dando adito a invidie e gelosie, covando rancori e istigando l’ostilità dell’altro. Un altro di cui non è la risata a descriverne l’umore, il carattere, la sua vita. Un altro di cui non si sa nulla di più di ciò che egli voglia far sapere. “Dolore è più dolor, se tace” recitava il grande Pascoli raccontando di quanto un dispiacere che non trova le parole e i gesti per esprimersi o non vuole manifestarsi per paura di svelare la propria vulnerabilità si incancrenisce nell’anima in una ferita non rimarginabile. Perciò, bisognerebbe sempre offrire al nostro dolore la possibilità di lasciarsi confrontare ma ciò diventa difficile in un clima di cattiveria, odio e competizione. Nell’opportunità di poter essere fragili e mettersi a nudo, la probabilità di essere trucidati è più elevata della sopravvivenza al proprio dolore, e così si preferisce soffrire piuttosto che mostrare all’altro la propria debolezza. Ciò designa un mondo attuale in cui è crollato l’attributo essenziale dell’amore: la gentilezza. Una gentilezza intesa come virtù, un cardine della “grammatica dell’interiorità” che ha come principio fondamentale la cura dell’altro. Ma in quest’epoca dell’impazienza non c’è abbastanza tempo per essere gentili, per occuparsi di chi si ha accanto, di chi passa di rado, di chi casualmente si incontra. Eppure, l’importanza della gentilezza è fondamentale nella nostra vita: abbiamo bisogno di gentilezza come catena forte che tiene legati gli uomini. Avete mai riflettuto davvero sul potere di questa virtù? Su quante cose possono cambiare in meglio nella nostra vita e in quella di chi ci circonda? Basta davvero poco per cogliere in pieno una serie di benefici che vanno dalla qualità delle relazioni fino al benessere fisico. La gentilezza migliora l’umore, l’empatia, le relazioni umane e perfino la salute: ogni gesto o parola garbata ci ritorna come un boomerang abbracciandoci e colorando anche la nostra di esistenza. E così, lentamente, sottotraccia, si potrebbe scoprire quanto essere gentili conviene e non esserlo è uno spreco in termini di qualità della vita, dei sentimenti e del benessere psico-fisico. Se io stesso diventassi gentile, aiuterei l’altro a vivere meglio il suo dispiacere vivendo anch’io meglio il mio di dispiacere (perché si, tutti ne abbiamo uno, due, tre, infiniti). Se io fossi gentile permetterei all’altro di aprirsi a me concedendomi di aprirmi. In questo modo il nostro dolore sarebbe dimezzato e la nostra gioia moltiplicata. Il 13 Novembre è la Giornata Mondiale della Gentilezza, quasi come se fosse stato necessario istituire una giornata mondiale per ricordarci di essere gentili nella quotidianità, sempre. Questo evento è nato per volere di un movimento denominato il Japan Small Kindness Movement, istituito a Tokyo nel 1988, divenuto globale con il nome di World Kindness Movement di cui in Italia dal 2000 è presente una sede a Parma con il motto ispirato ad una canzone di Claudio Baglioni: “La Gentilezza è Rivoluzionaria”. Coltiviamo la gentilezza, impariamo a diventare gentili, insegniamo ad essere gentili. “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”, che questa rivoluzione abbia inizio, presto, subito.

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