IL MATTINO
Salute
07.10.2020 - 08:19
La Regione Basilicata mette la retromarcia e, in netta controtendenza, bandisce una gara anacronistica, per un solo fornitore e per tutto il territorio che, in regime di monopolio, rischia di operare indisturbato per un po' di anni.
Mentre il trend nazionale ed europeo si attesta su tipologie di assistenza domiciliare evolute, che offrono garanzie di qualità delle prestazioni, pluralità di scelta e servizi moderni, come telemonitoraggio e telemedicina, attraverso formule definite «Accordi Quadro» (con più società che si accreditano consentendo ai pazienti il sacrosanto diritto di scelta del proprio fornitore), la Regione Basilicata mette la retromarcia e, in netta controtendenza, bandisce una gara anacronistica, per un solo fornitore e per tutto il territorio che, in regime di monopolio, rischia di operare indisturbato per un po' di anni. Il governo regionale del cambiamento ha optato per la restaurazione? Inutile ricordare cosa consigliano le comunità scientifiche e i gruppi di studio istituiti all’interno delle associazioni di categoria (come Confindustria), che da tempo hanno evidenziato la necessità di affrontare il problema delle cronicità con procedure e linee guida basate su un assunto molto semplice: l’inutilità delle gare d’appalto rivolte a una sola azienda, a vantaggio di formule inclusive come gli Accordi quadro, che basano tutto sulla massima partecipazione di società specializzate che competono tra loro sulla qualità, offrendo ai pazienti la possibilità di affidarsi, in caso di insoddisfazione, a più fornitori detti anche Home care provider. Probabilmente qualcuno dalle parti di via Verrastro deve aver guardato indietro quando ha deciso di pubblicare un capitolato “vecchia maniera“, che nonostante conferisca un peso maggiore alla qualità (70 punti su 100 e 30 al prezzo), rimane pur sempre ancorato ai metodi del passato. E, così, nel 2020, nel capitolato hanno di nuovo un peso significativo parametri che poco hanno a che vedere con l’assistenza domiciliare (come l’organizzazione degli orari, i mezzi impiegati o il piano formativo) e non hanno alcun peso, invece, criteri moderni, quali le cartelle cliniche per la gestione domiciliare (con tecnologie organizzative avanzate), la telemedicina, i protocolli clinici avanzati, la tecnologia diagnostica. La Basilicata del cambiamento avrebbe dovuto utilizzare lo strumento di acquisto più efficace; atto a garantire ai pazienti non autosufficienti una migliore qualità̀ della vita attraverso il pieno diritto alla scelta più appropriata, garanzia di un servizio personalizzato, di dispositivi medici più adeguati, all’interno di procedure concorrenziali finalizzate a ottenere cure domiciliari più efficaci. Ma si è fatta la scelta più anacronistica, nei parametri e nelle scelte. Il risultato? Penalizzare fortemente i pazienti lucani rispetto a quelli che vivono in Regioni più illuminate. Qui no. Come al solito ci sarà una sola azienda ad agire su tutto il territorio regionale. Poi magari si tornerà ad abusare anche della consueta abitudine di proroghe interminabili (l’ultimo procedimento va avanti da otto anni). Infine, i servizi oggetto del bando sono pienamente interessati dalla pandemia Covid, in quanto le prestazioni domiciliari che dovranno essere erogate scontano il pericolo di contagio per le visite a domicilio, e dovranno essere gestite secondo gli indirizzi dell'ultima conferenza delle Regioni e delle Province autonome delle Linee guida nazionali e del nuovo Decreto sicurezza. E con il crescente numero dei casi di contagio da coronavirus non sarebbe più opportuno, a questo punto, revocare il bando prima della scadenza? Ci sono ancora 24 ore di tempo. Poi la Basilicata del cambiamento avrà perso un'altra occasione, preferendo ancora una volta la restaurazione.
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