IL MATTINO
A un passo dal vero
12.09.2017 - 07:53
La poetessa Isabella Morra, uccisa a 26 anni
La squadra partì al mattino, presto. Il sole era da poco sorto e le ombre della notte ancora invadevano il bosco. Solo le cime degli alberi brillavano. Perché a quell’ora? Bah. La solita illuminazione...notturna. La consegna era di cercare un incavo, una grotta per quanto piccola, dove fosse stato possibile nascondere qualcosa. Non sapeva cosa...un foglio, una lettera, uno scartafaccio. Qualcosa.
Grotta felice! Eh, sì. Felice davvero, se...
Da lontano, guardando il castello, si vedeva chiaramente un balenare di luci tra le foglie dei cespugli. La notizia si era sparsa facilmente. “I cuori battono”, pensò Adele. Emozione? Paura? Rimorso? Pura curiosità? Va be’. Al ritorno li avrebbe sentiti tutti, uno a uno, separatamente. Figuriamoci Adolevi! Non aspettava altro.
- Che ridete, commissa’ – disse uno dei carabinieri, che saliva affannato.
- Ma come non ti diverte questa scampagnata mattutina? - rispose vaga Adele. Intanto l’aveva distratta e aveva ripreso a camminare più distesa, più tenace.
- Dottore’...Commissa’...Venite qui... - era Gerardo, il più giovane dei suoi collaboratori – Venite, Commissa’...
Il grande faggio era quasi fuori luogo, in quell’intricato sottobosco. Grande, possente testimone del tempo, e di chissà cosa d’altro. La grande torcia al luminol aveva evidenziato qualcosa, una macchietta sul bordo di un profondo incavo nel tronco. Non sembrava naturale, bensì prodotto con un aggeggio, certamente chi aveva scavato si era ferito, possibilissimo...ma perché scavare così a fondo. Non c’era nulla di nulla, neppure nel fondo. Doveva esserci qualcosa che giustificasse quella ferita profonda che il tempo aveva rimarginato senza colmare lo scavo preciso e determinato. Un perfetto nascondiglio.
- Cercate...cercate...Andate a fondo...Non è che adesso vogliamo abbattere questa meraviglia della natura, no? Iamm’...scavate ancora un po’...qualcosa esce...
- Commissa’...ma chi hanna esc’...s’ po’ sapé...
- Cercate cercate...non so..forse ‘na carta – gridò Adele. Chissà, se il vento era
favorevole, magari l’avevano sentita anche dal castello, dalle finestre
illuminate. Le serviva una mappa delle stanze degli innamorati di Isabella,
perché una, una sola finestra era testardamente buia.
La parola magica risuonò per tutto il Coppolo: “’na carta”.
E carta fu.
Non una carta, un pizzico di carta, il residuo di un foglio...uno spigoletto bianchiccio, non molto diverso da quello che Isabella seconda stringeva nel pugno. Chiuso nella busta il pezzettino di carta, Adele lo guardò con attenzione. Nessun segno. Almeno alla vista. Comunque ce ne era di lavoro da fare attorno a quel pezzettino. I tecnici l’avrebbero analizzato e dato il responso. Era la stessa carta del pezzetto che Isabella seconda stringeva nel pugno? C’era qualche segno utile? Era tutto da vedere. Comunque era un ritrovamento importante.
- Ce ne torniamo, commissa’?
- Come ce ne torniamo? E la grotta felice? Vi sembra ‘na grotta questa? Cercate
cercate...amma arriva alla cima, amici...
Il tronco fu circondato da una striscia di segnalazione. “Chissà se la vedono dal palazzo, qualcuno trema di sicuro. Soprattutto quello che dorme”, si disse Adele.
I carabinieri sparsi sulle pendici del Coppolo, si ritrovarono sulla cima.
- Commissa’, qua non c’è nessuna grotta...felice o meno...
- Non fare dello spirito...
- Ca sì, solo voi potete fare dello spirito...è il grado, commissa’.
- Dunque, nessun incavo oltre quello nell’albero?
- Una grotticella, uno scavo, un buco qualunque...
- Noi nun amm’ trovat’ niente, commissa’.
- Adesso che torniamo, con una luce diversa, forse siamo più fortunati. Cercate
cercate...
Giustina era stata chiara. Tra le lettere di Caterina ne era comparsa una dove si intravedeva il nome di Isabella. Un miracolo averla trovata, nascosta, forse meglio dire sepolta sotto una riscrittura forse di Lorenzo o del padre. La lettera c’era. Marie ne era rimasta fulminata. Una lettera di Isabella, dunque, era giunta alla corte e qualcuno l’aveva “cestinata”, disprezzata al punto da riusare la carta per scriverci sopra. Era stata una scoperta eccezionale. Isabella seconda aveva fatto centro. E dunque?
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