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i cortocircuiti della giustizia

La morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, verità negata e 37 anni di indagini sbagliate

«Senza troppi giri di parole, vi chiediamo perdono». Lettera di don Marcello Cozzi

Luca e Marirosa

La decisione della Procura Generale di Potenza è contestata dall’avvocato Antonio Fiumefreddo in quanto: “La decisione spetta solo alla Procura Generale di Potenza (Art. 412 c.p.p.)”. Questa legge attribuisce il potere esclusivo all’ufficio generale di Potenza gerarchicamente sovraordinato. L’avvocato contesta e revoca la trasmissione degli atti all’ufficio di Matera, già censurato per aver ignorato e non esaminato assolutamente perizie false, depistaggi e omissioni. L’evidenza è data da 37 anni di indagini nulle. “In tal modo si priva la parte offesa del controllo gerarchico previsto dall’ordinamento e si nega quella garanzia di legalità spettante a chi la verità la chiede invano da 37 anni alla stessa Procura”, dice Fiumefreddo. Lavorare su dati falsi e dedurre la verità dal falso, evitando di prendere in considerazione le tante anomalie e illegalità presenti agli Atti, e chiudere con sentenze approssimate secondo il parere personale dei giudicanti. Scandaloso affermare che un tubo di plastica, per il giudice, è conduttore di corrente e affermare che le cinque foto in più risultanti agli atti sono il prodotto della carta stagnola che avvolge il rullino. Chi ha guardato queste e tante altre ridicole assurdità? Si spera in un elenco pubblico di tutto ciò che non è stato fatto. Ovvero tutto e niente. Basta leggere le chiusure per risalire alle incompetenze giudicanti. Una delle tante anomalie emerse in quest’ultimo periodo è la perizia affidata al criminologo Francesco Bruno nel 1998. Scandaloso non averla mai presa in considerazione. Eppure è stata redatta da luminari importanti e noti in tutta Italia, quali: dr. Francesco Bruno, criminologo, neuropsichiatra, titolare della cattedra di psicopatologia forense all’Università “La Sapienza” di Roma; dr. Aldo Barbaro, medico legale, consulente tecnico del tribunale di Reggio Calabria; dr. Natale Fusaro, avvocato, criminologo, con cattedra di psicopatologia forense all’Università “La Sapienza” di Roma; dr. Paolo De Pasquali, psichiatra, criminologo con cattedra di psicopatologia forense all’Università “La Sapienza” di Roma; dr.ssa Simonetta Costanzo, psicologa, psicoanalista, criminologa, con cattedra di psicopatologia forense sempre presso “La Sapienza” di Roma; con la collaborazione specialistica del fotografo Giorgio Amendola.
Nella suddetta accurata perizia si legge: “Questa premessa appare necessaria per capire che al punto in cui siamo arrivati si poteva giungere già molti anni fa se ciascuno avesse fatto il proprio dovere fino in fondo. Le conclusioni che abbiamo raggiunto sono quindi le seguenti: 1) Mariarosa e Luca sono stati uccisi da qualcuno che, dopo aver usato su di loro violenza per metterli in condizione di non reagire, li ha annegati entrambi, in tempi successivi, nella stessa acqua della vasca da bagno in cui Mariarosa era in procinto di farsi la doccia. 2) Le cause della morte di entrambi è quindi chiarissima ed obiettiva ed è l’annegamento per sommersione in una quantità limitata di acqua. 3) I corpi di Luca e Mariarosa presentano riconoscibili, pur nei limiti della iconografia disponibile, tutte le caratteristiche necessarie e sufficienti per dimostrare il meccanismo di morte suddetto. 4) L’omicidio è avvenuto con grande probabilità per movente passionale ed a seguito di un comportamento impulsivo (acting out) tipo raptus, scatenato dall’ira conseguente ad un probabile rifiuto, dalla gelosia, dall’odio, dall’invidia e dalla necessità di non lasciare testimoni oltre che di punire un odiato rivale. 5) Con grandissima probabilità l’assassino era ben conosciuto sia da Mariarosa che da luca e con Mariarosa aveva particolare confidenza. 6) L’assassino è da ricercarsi nel gruppo di persone note ed ignote che la sera del delitto si sono riunite a casa Andreotta. 7) L’assassino è stato in grado quella sera ed in seguito, di porre in atto tutte le azioni necessarie a depistare gli organi inquirenti dalle tracce del suo delitto. 8) È oggi ancora possibile individuare il soggetto in modo da indagarlo con gli strumenti di legge di un normale procedimento giudiziario. Una più efficace lettura degli atti ed eventuali ulteriori chiarimenti testimoniali potrebbero infatti portare all’individuazione di ruoli e responsabilità, che, se opportunamente compulsati consentirebbero di identificare elementi d’accusa validi”. Il documento è quindi di un’importanza enorme, inoltre conferma l’autopsia del prof. Giancarlo Umani Ronchi, perito d’ufficio, e famosissimo a livello internazionale. Nel 1996, infatti, escludeva le cause accidentali, dopo analisi attente, e affermava l’omicidio di Luca e Marirosa come causa della morte. È lecito supporre che non fosse stata presa in considerazione dai giudicanti e contestata da qualcuno a cui non conveniva, perché contrastava la volontà ferrea di una causa accidentale forzata a tutti i costi? Disturba tanto la causa omicidiaria? Chi e perché? Intanto, la Procura di Potenza ha comunicato a quella di Matera di rivedere tutti i punti non esaminati.

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