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10.10.2025 - 12:34
Pasquale Pepe (archivio)
La Basilicata ha bisogno di treni veloci, sì. Ma ha bisogno soprattutto di idee forti e mani ferme. Di una visione che vada oltre la gestione dell’ordinario e che non si fermi ai banali confini geografici, ma che li possa superare con coraggio. Di persone che non si limitino a parlare di futuro in chiave qualunquistica, ma che lo costruiscano tavolo dopo tavolo, incontro dopo incontro, cantiere dopo cantiere, binario dopo binario. Perché il futuro non si annuncia: si prepara. E la politica, quando è autentica, non è solo amministrazione del presente. È capacità di immaginare ciò che ancora non c’è e di renderlo concreto. È responsabilità verso ciò che verrà. Al netto delle difficoltà che tutti conoscono — l’orografia complessa, la dispersione demografica, la storica marginalità infrastrutturale — la Basilicata non è una terra da compatire, ma da valorizzare. È una terra che ha fame di connessioni, di opportunità, di dignità. E proprio per questo, ogni progetto che rompe l’isolamento è un atto politico, ma anche etico. In questo scenario, Pasquale Pepe non è solo un assessore: è un capotreno del cambiamento. Con il suo impegno per portare l’alta velocità in Basilicata, sta provando — seppur tra mille ostacoli — a scrivere una pagina nuova, concreta, necessaria. Perché un treno veloce non è solo un mezzo: è una promessa di futuro, è una dichiarazione di fiducia, è una risposta a chi ha sempre dovuto aspettare. Come diceva Seneca, “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. E oggi, su quel binario, Pepe guida il convoglio con una direzione chiara. Dietro di lui c’è una regione che vuole correre, non più aspettare. Una regione che ha deciso di non accontentarsi e di non restare ferma alla stazione del passato.
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