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Il click day

Falsi nulla osta e imprese fantasma: quattro arresti a Matera

Polizia e Carabinieri smantellano un sistema per far entrare in Italia cittadini egiziani dietro pagamenti fino a 10mila euro. L’inchiesta partita da una segnalazione dell’Ambasciata al Cairo

Matera, allarme bomba in tribunale

Quattro persone arrestate: tre sono finite in carcere, una ai domiciliari. Le accuse sono pesanti: favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza irregolare di stranieri, truffa aggravata e falsificazione di documenti. È il bilancio di un’operazione coordinata dalla Procura di Matera ed eseguita dalla Polizia di Stato insieme ai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro.

Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati – attraverso società e ditte attive sulla carta nei settori agricolo ed edile – avrebbero organizzato un sistema per far arrivare in Italia cittadini extracomunitari, per lo più egiziani, dietro il pagamento di somme tra gli ottomila e i diecimila euro a persona.

Per ottenere i visti sarebbero stati utilizzati – o addirittura confezionati – documenti amministrativi che sembravano i regolari «nulla osta» per il lavoro subordinato stagionale. Quei nulla osta venivano poi presentati alle autorità consolari come base per il rilascio del visto. Ma non corrispondevano a quelli realmente emessi dallo Sportello unico per l’Immigrazione della Prefettura di Matera: in molti casi riportavano la data del 27 marzo 2023, il giorno del cosiddetto “click day”, e numerazioni che non coincidevano con i protocolli effettivi.

Agli stranieri veniva promessa un’assunzione in imprese che, dalle verifiche, sono risultate prive di reale operatività o inattive. Una volta giunti in Italia, i cittadini extracomunitari non venivano regolarmente assunti e le pratiche in Prefettura non venivano mai completate.

L’inchiesta è scattata dopo una segnalazione dell’Ambasciata d’Italia al Cairo, che ha rilevato la presentazione di nulla osta «non corrispondenti – ha spiegato la Procura materana in una nota – alle trasmissioni telematiche istituzionali e con evidenti profili di inautenticità».

Da quella segnalazione sono partite le verifiche, che hanno già coinvolto oltre venti cittadini egiziani. Gli inquirenti stanno ora ricostruendo i flussi di denaro, vagliando le posizioni delle presunte vittime e cercando eventuali altri responsabili.

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