IL MATTINO
Cultura
12.09.2025 - 11:14
Welcome to New York
Gerard Depardieu è all'onore delle cronache per dei casi di violenza, e con un certo tempismo è riapparso, brevemente, su Rai play "Welcome to New York" di Abel Ferrara. Il film, girato nel 2014, narra la caduta di un uomo potente (è ispirato all'affaire Dominique Strauss-Kahn) accusato di violenza sessuale da una cameriera, che lavorava in un hotel di New York, e Depardieu ne è il protagonista.
Il film non fu selezionato, ufficialmente, per il Festival di Cannes del 2014, ma fu
proiettato fuori concorso e in un’area esterna.
Fu diffuso esclusivamente attraverso video-on-demand (VOD), senza passaggio nelle sale cinematografiche francesi .
L’exploit in VOD fu significativo. Le sale in Francia si rifiutarono di distribuirlo.
Le reazioni furono controverse.
La critica apprezzò soprattutto la performance di Depardieu .
"The Independent" elogiò la performance "Falstaffiana" di Depardieu e la messa in scena cruda e diretta .
"The New Yorker" definì il film "feroce, profondamente commovente", una riflessione cinematografica potente su potere, desiderio e sistema penitenziario. Criticò inoltre, fortemente, la versione priva di 17 minuti rispetto all'originale, che alterava il modo in cui veniva raccontata la scena cruciale dell'aggressione .
Molte recensioni sottolinearono il carattere eccessivamente esplicito e scarsamente contenutistico della pellicola. Alcune la definirono addirittura "abietta" piena di "videovoyeurismo gratuito" .
In sintesi, "Welcome to New York" è sì un film provocatorio, spietato, che mette a nudo la distruzione interiore del protagonista, ma in questo film Depardieu offre una prova attoriale intensa e senza compromessi, in un'opera che continua a suscitare dibattito per la sua durezza e per il suo approccio viscerale.
All'inizio la crudezza del film è disturbante, e la cosa più incredibile è che Depardieu fa una dichiarazione, in cui lui si dissocia, in toto, dal ruolo di protagonista che andrà ad interpretare. Nei fatti c'è una totale immedesimazione, emerge la sua mostruosa bravura, anche nel passare dall'inglese parlato, nella prima parte, al francese parlato, nella seconda, con un cambio di registro e un passaggio via via da uno stile cinematografico ad uno stile teatrale (il film è girato nelle due lingue ed è sottotitolato. un bene, diversamente non lo si apprezzerebbe fino in fondo).
Jacqueline Bisset, che nel film interpreta sua moglie, gli tiene testa in maniera eccezionale, tanto che il dialogo a due, centrale nella storia, è una grande lezione di cinema, firmata da Abel Ferrara, che ha riversato, soprattutto in questo passaggio, tonnellate di frame di cinema, superando la prova, insieme agli attori.
Se all'inizio si fa fatica a guardarlo, per la crudezza delle scene, dopo a mano a mano che il film procede si dimentica Kahn e ci appare solo Depardieu, e si fa fatica a credere che l'attore non sia anche l'uomo, alla luce della sua parabola esistenzia.
Gerard Depardieu
Gerard Depardieu è nato il 27 dicembre 1948 a Châteauroux, nel centro della Francia, in una famiglia operaia numerosa.
Il padre era un modesto saldatore analfabeta, la madre una casalinga.
L’ambiente familiare era segnato dalla violenza domestica e dalla mancanza di istruzione. A scuola il giovane Gerard non brillava, e per questo abbandonò gli studi intorno ai 13 anni. Iniziò a frequentare la piccola criminalità, e
per un periodo fu internato in un riformatorio per furti e vagabondaggio.
A circa 17 anni scappò a Parigi con alcuni amici in cerca di fortuna.
Si iscrisse, quasi per caso, a un corso d’arte drammatica popolare, organizzato da un centro culturale.
Fu notato da Jean-Laurent Cochet, importante pedagogo teatrale, che lo accettò nella sua scuola, nonostante la sua rozzezza.
Cochet disse:«Aveva la presenza e l’istinto. Dovevo solo levargli di dosso l’accento e la furia.»
In classe con lui c'erano anche attori come Miou-Miou e Patrick Dewaere.
Iniziò a esibirsi in teatro, con piccole parti in Molière e Marivaux.
Nel 1972 fu scelto da Marguerite Duras per il film di Nathalie Granger, dove recitava accanto a Jeanne Moreau.
La Duras lo lanciò davvero nel circuito del cinema d’autore. Iniziò una collaborazione artistica e intellettuale tra loro, che continuò anche nella scrittura.
La storia secondo cui la Duras l’avrebbe "salvato dalla strada" è una forzatura romantica, forse nata per mitizzare l’ascesa di Depardieu da ragazzo di provincia a star, ribelle, potente, carnale.
Le accuse
Nel 2025, Depardieu è stato condannato da un tribunale parigino per aggressione sessuale nei confronti di due donne coinvolte nel film del 2021 "Les Volets Verts" (una scenografa e un'assistente alla regia). La sentenza, emessa il 13 maggio 2025, ha stabilito: 18 mesi di reclusione con sospensione della pena, multa di circa €29.000–€32.000, iscrizione nel registro nazionale dei sex offender. Lui ha annunciato che farà appello.
Nel 2018 l'attrice Charlotte Arnould, all’epoca 22enne, ha denunciato Depardieu per due violenze sessuali avvenute a casa sua a Parigi. Inizialmente respinta per mancanza di prove, la denuncia è stata riaperta nel 2020 a seguito di un'azione civile .
Nel settembre 2025, un giudice ha stabilito che Depardieu andrà a processo per stupro e aggressione, ma ancora non è stata fissata la data del processo. Depardieu nega ogni accusa e ha già annunciato che impugnerà questa decisione.
Altre accuse passate e prescritte
Nel 2007, sul set di "Disco" Hélène Darras ha denunciato Depardieu per molestie sessuali. Il caso è stato archiviato per prescrizione.
Nel 1995 Ruth Baza, giornalista spagnola, lo ha accusato di violenza sessuale. Anche questo caso è caduto in prescrizione.
Del 2014 è un altro episodio. Sul set di "Le Magicien et les Siamois" una donna lo ha denunciato per avances oscene e contatti non consensuali. Anche qui ma non c'è stata condanna.
Nell'aprile 2023, 13 donne hanno pubblicamente avanzato accuse di molestie sessuali o di violenza da parte dell'attore, riferite a fatti avvenuti tra il 2004 e il 2022. Depardieu ha respinto ogni accusa e ha pubblicato una lettera aperta in sua difesa. Inoltre, un servizio televisivo del 2023 ha diffuso filmati che lo ritraevano in atteggiamenti misogini.
Fanny Ardant è una delle poche figure di spicco del cinema francese che ha testimoniato in sua difesa, durante il processo del 2025.
Il presidente Macron in passato ha preso le difese di Depardieu, definendolo vittima di una “caccia alle streghe”; ma altri esponenti politici, come la ministra Aurore Bergé, si sono detti solidali con le vittime.
Gerard Depardieu è uno degli attori più grandi della storia del cinema e la sua grandezza è proprio il suo limite tra gli uomini. Più che chiederci se sia un piccolo uomo dovremmo chiederci perché desideriamo attori geniali sullo schermo e nella vita, mentre dovremmo accettare che l'oscurità dell'uomo fa per davvero grande l'attore, e a questo non c'è alcun rimedio.
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