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03.09.2025 - 15:16
San Severino Lucano
Secondo le stime elaborate da Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno, nel 2025 i Comuni italiani incasseranno complessivamente quasi 1,2 miliardi di euro da questa imposta, con una crescita del 15,8% rispetto al 2024. Il dato è trainato da un primo semestre già estremamente positivo: 385 milioni di euro, pari a +15,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A beneficiare sono soprattutto le regioni che hanno saputo trasformare con visione e lungimiranza la tassa di soggiorno in uno strumento di valorizzazione e di promozione territoriale potenziando servizi e attrattività. La Toscana, il Veneto, la Campania, l’Emilia-Romagna, la Lombardia: tutte in crescita, tutte in grado di intercettare flussi e capitalizzarli. E la Basilicata? Un tracollo. –24,4% di incassi nel primo semestre 2025, su valori già estremamente bassi. Un dato allarmante e che racconta una verità imbarazzante: in un anno contraddistinto da ponti lunghi, festività favorevoli (da Pasqua alla Festa della Liberazione, dal 19 aprile al 4 maggio e dai 4 giorni del ponte del 2 giugno) e da un’Italia che ha ritoccato al rialzo le aliquote o introdotto per la prima volta la tassa in decine di Comuni, la Basilicata non cresce e addirittura retrocede, confermandosi fanalino di coda, priva di un reale modello di sviluppo turistico capace di trainare un intero comparto. Nessun vero piano di promozione, incapacità di rendere attrattivi i propri borghi, i propri mari e i propri monti, gestione frammentata e localistica. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: mentre altri territori investono, sognano in grande, pianificano e raccolgono i risultati, la Basilicata perde terreno, occasioni e risorse. Senza una strategia che tenga insieme infrastrutture, cultura, marketing, servizi e qualità dell’offerta, non ci sarà tassa di soggiorno capace di portare ricchezza e sviluppo. E la Basilicata, pur avendo potenzialità uniche e bellezze da togliere il fiato, vede brillare le vicine Puglia e Campania. Il dato sul gettito non è solo una cifra contabile: è il simbolo di una regione che, mentre l’Italia corre, rimane ferma al palo.
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