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Basilicata terra di cinema

Il cielo cade a Speravalle: cinema e superstizione in bianco e nero

Un noir rurale in bianco e nero girato in Basilicata, tra realismo magico e memoria etnografica, sostenuto da una campagna di crowdfunding su Eppela

Il cielo cade a Speravalle: cinema e superstizione in bianco e nero

Un paesino immaginario, Speravalle. Una pietra che cade dal cielo. Una comunità che trasforma il dolore in culto, fino a scoprire la fragilità delle proprie certezze. È da questi elementi che prende vita «Dove cadono le stelle», il nuovo progetto cinematografico di Vincenzo Greco, presentato sulla piattaforma di crowdfunding Eppela.

Il film, pensato come un lungometraggio di circa 80 minuti, viene girato in bianco e nero. Una scelta estetica che non è semplice nostalgia, ma dichiarazione d’intenti: restituire forza arcaica alle immagini, ridurre all’essenziale il rapporto tra luce e ombra, scolpire la narrazione dentro un contrasto visivo netto. La storia, a metà tra realismo magico e noir rurale, racconta di Salvatore, un uomo segnato da un lutto, che trova nella caduta di una pietra l’occasione di trasformare la disperazione in fede. La sua è una ricerca disperata di senso, che si incrocia con quella di Myriam, giovane donna sospesa tra fragilità e resistenza. Due solitudini che si incontrano, mentre attorno a loro il paese costruisce un rito collettivo, un culto improvvisato, fino a quando un’eclissi non spegne l’illusione. Il racconto si radica in un immaginario che richiama la Basilicata, terra che il regista conosce e che diventa qui scenario metafisico più che paesaggio realistico. Non è una cartolina, ma un microcosmo che riflette ossessioni universali: il bisogno di credere, la costruzione del mito, la trasformazione del dolore in narrazione. L’eco dei documentari etnografici di Luigi Di Gianni si intreccia con la tensione sospesa del noir e con suggestioni visionarie che affondano anche nella cultura popolare contemporanea. Il crowdfunding è partito da pochi giorni e ha raccolto una prima parte delle risorse, circa il sette per cento dell’obiettivo complessivo. Una cifra ancora lontana dal traguardo, ma sufficiente a testimoniare l’interesse per un cinema che si muove fuori dai circuiti industriali e che cerca nuove strade di produzione. 

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