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Calenda predica il rinnovamento ma in Basilicata ha lasciato il trono a Pittella, il duca di Lauria

L'ex segretario regionale Donato Pessolano attacca Calenda: "prima di accusare la Campania di feudalesimo, ricordi la Basilicata lasciata a Pittella, tra amici e stagnazione"

Calenda predica il rinnovamento ma in Basilicata ha lasciato il trono a Pittella, il duca di Lauria

Marcello Pittella (archivio)

“Mi chiedo se ormai sia diventata solo una moda fare politica sui social”, dice Donato Pessolano ex segretario regionale di Azione, partito fondato da zero in terra lucana, riferendosi all’ultimo post di Carlo Calenda che ha definito la Campania un “feudalesimo”. “Al netto del fatto che si riferisca a De Luca – continua – bisogna riconoscere che Napoli, Salerno e la Campania sono diventate territori di cui oggi si può andare fieri per lo sforzo e i risultati ottenuti. Ma allora sorge spontanea una domanda: come si fa a criticare gli altri senza guardare alle proprie responsabilità?”. Il riferimento è diretto e pungente: “Calenda – ricorda Pessolano – ha consegnato la gestione della Basilicata a Pittella, il duca di Lauria, che adotta strategie con il coinvolgimento di familiari, amici e conoscenti in ruoli di rilievo, per tornaconto solo elettorali, una valutazione del loro operato può essere fatta osservando i risultati, considerando che dopo decenni la regione continua a incontrare difficoltà nel proprio sviluppo”. Un’accusa che suona come una sentenza: “Se davvero Calenda e i suoi sostenitori vogliono parlare di rinnovamento, abbiano il coraggio di assumersi le proprie responsabilità politiche. Invece di generalizzare con slogan e post, presentino una lista e i candidati nelle regioni chiamate al voto. Solo così potremo misurare il loro reale valore politico”. Il monito finale è tranchant: “È ora di smettere di cercare scuse. La politica non è un’arena per l’arroganza o la prepotenza, ma un campo che richiede buonsenso, coerenza e rispetto per i cittadini”.

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