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Fine del 'micro‑Vaticano'? Leone XIV normalizza il Comitato per la Giornata dei Bambini

Con un colpo secco e simbolico, Papa Leone XIV ha iniziato a plasmare la governance vaticana. La decisione di collocare il Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini sotto il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita segna molto più di una riorganizzazione o "semplificazione": è un segnale chiaro di discontinuità rispetto al pontificato di Papa Francesco e un "ridimensionamento" di alcune figure chiave, come il francescano padre Enzo Fortunato e il cooperatore sociale Angelo Chiorazzo

Fine del 'micro‑Vaticano': Leone XIV normalizza il Comitato per la Giornata dei Bambini

Per comprendere la portata della decisione bisogna partire dalla sua simbologia. Il Comitato, sorto appena nove mesi fa, era una “creatura” politica ed ecclesiale di Papa Bergoglio per padre Fortunato, con il pieno supporto di Chiorazzo, nome chiave della cooperativa bianca Auxilium. Una struttura autonoma, con sede indipendente a Palazzo San Callisto, segreteria propria, poteri decisionali e capacità di attrarre fondi: un micro-Vaticano per un progetto di “Chiesa-evento” centrata sulla comunicazione, la gestione di grandi eventi e la costruzione di una nuova narrazione pubblica. Leone XIV ha optato per una strategia silenziosa ma inequivocabile: ricondurre all’ordinarietà ciò che Bergoglio aveva reso eccezionale o appunto straordinario. Il nuovo Papa a stelle e strisce non cerca rotture plateali, ma riassetti profondi. La sua visione sembra puntare ad una Chiesa meno mediatica e più istituzionale, più sobria nella forma, più rigorosa nella sostanza e più attenta alla gestione e soprattutto alla trasparenza finanziaria. In questa visione, il modello odierno – fatto di cooperazione sociale, relazioni, eventi mediatici e accesso privilegiato alla Santa Sede – sembra non trovare più spazio. Il ridimensionamento del Comitato è anche un segnale interno: il tempo dei “progetti personalizzati” è finito. La macchina vaticana torna all'integrazione nei dicasteri ordinari, alla logica della struttura anziché della visibilità individuale. E questo cambia radicalmente gli equilibri. Non è un caso che tutto avvenga alla vigilia di Ferragosto: nel silenzio estivo, Leone XIV ha scelto di far passare una riforma radicale sotto la forma di una semplice “razionalizzazione”. Ma i segnali sono fin troppo chiari: si chiude un’epoca in cui la prossimità al Papa bastava a costruire potere. La nuova stagione sembra voler rimettere al centro le strutture, i ruoli canonici e una certa sobrietà pastorale. Una normalizzazione apparente, ma che rappresenta un’autentica rivoluzione.

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