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Centrale biogas di Policoro, le pentastellate Araneo e Verri chiedono chiarezza

"Crisi di facciata, FdI dimostra quanto sia inadeguato questo governo regionale": l'affondo del M5s

da sinistra Araneo e Verri

“La Terza Commissione consiliare ha ascoltato in audizione il Presidente dell’associazione ‘Difendiamo il territorio di Policoro’, Francesco Acinapura e il sSindaco di Policoro Enrico Bianco. Il tema è ormai noto da tempo: nel territorio di Policoro, precisamente in zona agricola, è in corso il procedimento autorizzatorio di un impianto di biogas perlopiù alimentato con liquami e reflui zootecnici, dopo l’annullamento in autotutela dell’autorizzazione già concessa a fine dello scorso anno, per alcuni vizi della procedura”. E’ quanto dichiarano le consigliere regionali del M5s, Araneo e Verri, ricordando che: “Da tempo i cittadini, attraverso il neocostituito comitato e l’associazione ‘COVA CONTRO’, che ieri era davanti ai cancelli della Regione insieme ad alcuni agricoltori per manifestare il proprio dissenso, denunciano le criticità rispetto a questo progetto, oggi emerse dalle parole del Sindaco e del Presidente Acinapura”.

“Innanzitutto – precisano Araneo e Verri - parliamo di un impianto da collocare in una zona limitrofa alla città e caratterizzata da coltivazioni agricole di pregio, come la fragola, con una viabilità rurale inadeguata al transito dei mezzi che dovrebbero trasportare l’ingente quantitativo di reflui zootecnici necessario per alimentare un impianto da ben 94.000 tonnellate annue: è noto, infatti, che il metapontino non disponga di un numero di allevamenti sufficiente per alimentare un impianto così grande e che i liquami dovranno, quindi, pervenire soprattutto da fuori regione, con un insostenibile aumento del transito di mezzi pesanti in zone rurali. E’ evidente l’impatto di un simile impianto sulla vivibilità del territorio sia da parte dei cittadini che dei turisti che ogni anno scelgono Policoro e il litorale jonico come meta di vacanze, per le inevitabili emissioni odorigene che comporta, che parrebbero non adeguatamente scongiurate neppure dalle soluzioni progettuali”.

“A ciò – continuano le due consigliere - vanno aggiunte le criticità segnalate dal primo cittadino circa la compatibilità dell’impianto con le norme urbanistiche che disciplinano quell’area, sulla quale insisterebbero anche vincoli relativi alle volumetrie realizzabili e prescrizioni dettate dalla Protezione civile proprio in sede di approvazione del regolamento urbanistico, questioni che l’Ente rileverà in sede di Conferenza di servizi riaperta dalla Regione dopo l’annullamento in autotutela della precedente autorizzazione. Sull’iter di questo progetto rimangono molti dubbi, nonostante il dipartimento Ambiente, ascoltato in commissione, abbia confermato la presenza di pareri positivi degli Enti coinvolti nella Conferenza di servizi sulla realizzazione della centrale a biogas. Il nodo della vicenda, però, non è solo tecnico ma è soprattutto politico: non è più tollerabile che si continuino ad autorizzare impianti del genere a macchia di leopardo, in assenza di un Piano paesaggistico che deve, necessariamente, fare una pianificazione strategica delle aree del territorio per tutelare i centri abitati, le produzioni agricole, le zone a vocazione naturalistica e, soprattutto, la vivibilità dei cittadini. Senza questo indispensabile strumento di programmazione si rischia di dare spazio soltanto al profitto dei privati, senza che il pubblico governi il futuro dei territori”.

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