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Galella lancia la sfida, ecco 'Bella vita in Basilicata': un manifesto per il futuro

Il valore delle radici, la qualità della vita e la forza dell’identità lucana per trasformare la narrazione della regione e renderla protagonista di uno sviluppo autentico e sostenibile

Galella lancia la sfida, ecco 'Bella vita in Basilicata': un manifesto per il futuro

Alessandro Galella

«La Basilicata del 2025 non è più quella degli anni ’70». Alessandro Galella, già amministratore comunale a Potenza, assessore regionale e oggi consigliere regionale - sempre nel segno di Fratelli d’Italia - traccia un bilancio e una visione di futuro per la sua terra, in un momento in cui la narrazione sulla regione è ancora troppo offuscata e legata a stereotipi del passato fuori moda e fuori tempo. «C'è ancora un racconto antico che resiste – spiega Galella – tramandato da genitori e nonni: una Basilicata marginale, arretrata, scollegata. Ma oggi le cose sono cambiate». Secondo l’esponente di FdI, la distanza tra le giovani generazioni lucane e quelle del resto del Paese si è ridotta, ma permangono barriere culturali, spesso alimentate dalla scarsa circolazione di notizie positive. «La nostra è una terra ricca di storie straordinarie, di eccellenze invisibili – prosegue – ma i media preferiscono il vecchio adagio per cui le buone notizie non fanno audience». Per questo Galella invoca un “nuovo processo culturale” che parta dai lucani stessi: «Dobbiamo superare convinzioni radicate che non raccontano più la verità della nostra regione. Solo conoscendo davvero la nostra Basilicata, possiamo diventare ambasciatori credibili». Cita le parole del presidente dell’ENIT: «I primi promotori di un territorio sono i suoi abitanti». Conoscenza, orgoglio, resilienza e narrazione sono quindi gli assi centrali su cui Galella vuole continuare a costruire il suo impegno politico. Un impegno che passa attraverso la valorizzazione delle bellezze naturali, del patrimonio culturale, ma anche delle specificità produttive: dalla fragola lucana al caciocavallo podolico, fino al pecorino di Moliterno e all’Aglianico. Un altro concetto chiave della sua riflessione è la “restanza”, secondo la definizione dell’antropologo Vito Teti: «Restare non significa rinunciare, ma scegliere di trasformare il proprio luogo. È questa la sfida dei nuovi lucani: restare per costruire una Basilicata che non abbia più niente da invidiare alle altre regioni». Non mancano riferimenti alla scarsa industrializzazione del passato, vista oggi come un’opportunità: «Abbiamo conservato intatta la nostra natura. Questo è il punto di partenza per uno sviluppo sostenibile e umano, proprio come accade nei luoghi più evoluti del mondo, dove innovazione e rispetto per l’ambiente convivono». Da queste riflessioni nasce il progetto “Bella vita in Basilicata”, pensato come un laboratorio permanente di confronto e proposta. «Non è uno slogan, ma un nuovo modo di raccontare la nostra terra. Partiremo da incontri online e dal vivo per costruire una visione condivisa: vogliamo coinvolgere cittadini, amministratori, giovani, esperti e imprenditori». L’obiettivo dichiarato è chiaro: raccontare una Basilicata “viva, dinamica, pronta ad affrontare il futuro”, dove si può restare, tornare, investire, vivere bene. «La Basilicata del futuro è già qui – conclude Galella – sta a noi riconoscerla, viverla e raccontarla come merita».

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