Cerca

ultime notizie

Sanità lucana, l'affondo di Lacorazza per galleggiare nell’opposizione

Sanità lucana, l'affondo di Lacorazza per galleggiare nell’opposizione

Lacorazza

A Piero Lacorazza non si può negare l’astuzia: il dem di lungo corso ha capito che il modo più veloce e pratico per tentare la scalata a leader di un'opposizione a corto di idee, volti e spessore è picchiare duro, tutti i giorni, su un tema popolare, dolente, mediaticamente efficace. E cosa c’è di meglio della sanità? Bastano indignazione, toni forti, qualche numero preso al volo, un grafico a torta e il gioco è fatto. Il pubblico applaude, i titoli arrivano, i social girano. E ha scelto un bersaglio preciso: l’assessore Latronico. Non perché manchino responsabilità politiche nel governo Bardi ma perché Latronico è l’unico che comunica, che fa, che parla, che prova a rimboccarsi le maniche senza promettere miracoli a buon mercato. Il politico di razza - o almeno che piaccia o no - il volto più visibile della giunta. Lacorazza bastona la sanità perché conviene. È facile. Fa notizia, ma soprattutto gli serve per posizionarsi, per riempire un vuoto. La sanità è un campo minato: ogni ritardo, ogni criticità, ogni lista d’attesa diventa un’arma e Lacorazza lo sa bene. Non serve costruire, basta colpire. Poca spesa, massima resa. Chi non è “nato ieri”, come orgogliosamente rivendica il capogruppo dem in Consiglio regionale conosce benissimo i meccanismi profondi che hanno portato la sanità regionale in una condizione di fragilità strutturale e dovrebbe anche avere l'onestà intellettuale di non riscrivere la storia con la pretesa di detenere il monopolio della narrazione. Le assunzioni, i nuovi macchinari (come il mammografo a Tinchi), i percorsi formativi per il personale: per chi governa sono risposte, per chi fa opposizione è propaganda. E' il vecchio gioco delle parti. Lacorazza accusa Latronico di alzare troppo il tono comunicativo. La verità è che teme narrazioni diverse dalla sua tanto da etichettare come “analfabeta funzionale” chiunque osi avere un’opinione differente. È la solita politica del “tanto peggio, tanto meglio”. Siamo davvero sicuri che Lacorazza abbia le carte in regola per salire in cattedra? Fortunatamente i lucani sanno che la politica urlata è spesso quella che ha meno da dire.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione