IL MATTINO
Potenzacittà
17.05.2025 - 19:17
da sinistra Falotico e Telesca (archivio)
Quando ad agosto comparvero le sedie a sdraio in Piazza Prefettura molti domandarono: è uno scherzo? Quando qualche mese dopo il sindaco Telesca e l’assessore Falotico improvvisarono un surreale siparietto in una nota gelateria qualcuno rise. Ma in tanti avvertirono lo stesso disagio: quanto ancora la città dovrà sopportare questa politica da operetta? Quanta cultura sarà sacrificata sull’altare del consenso? Quanti costumi si dovranno cucire per coprire l’imbarazzo? E ora, in una città già stanca di un nuovo corso che sa di vecchio, paralizzata dal traffico e dallo sfacelo dei servizi, impreziosita da una fantozziana filodiffusione nel cuore del centro storico, il cerchio si chiude. Perché dietro il doppio personaggio c’è l’applicazione scientifica del Manuale Cencelli, quello usato per spartirsi assessorati e ministeri, riciclato per distribuire turbanti. Un Civuddin a te, un Visir a me. E la crisi (si fa per dire) è “risolta”. C’era una volta la Parata dei Turchi. Un evento identitario, carico di storia e sentimento popolare, capace di unire una comunità nel segno della memoria e dell’orgoglio. Oggi quella parata è diventata il sipario dietro cui si nasconde un’Amministrazione in crisi. Per le strade si rievoca la storia, nel Palazzi si scrive la commedia e sui social lo si legge chiaramente: “pagliacciata”, “farsa”, “cambiali elettorali”. È il grido amaro di una città che non vuole essere spettatrice e che oggi si sente presa in giro.
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