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Matera al voto, quanto pesa il partito degli astensionisti?

Matera 2019, una raccolta di mappe emozionali realizzata da 370 visitatori

A Matera si voterà, dicono. A vincere potrebbe non essere né il centrosinistra né il centrodestra, né il M5s, né i civici. C'è un partito, quello del “non voto”, silenzioso, che non segue i comizi e che cresce, di giorno in giorno. La verità è che la politica a Matera - come in troppi altri angoli d’Italia - si è trasformata in una farsa da bar dello sport: alleanze improvvisate, candidati trita e ritrita, slogan buoni per tutte le stagioni. Gli elettori? Spettatori stanchi, specialmente dopo la ferita del commissariamento. Il prossimo sindaco di Matera dovrà amministrare una città che vive una profonda crisi di identità. Dopo il grande abbaglio di "Capitale Europea della Cultura", Matera si è ritrovata più fragile di prima, con problemi antichi (urbanistica, turismo selvaggio della domenica ed economicamente poco remunerativo, servizi da potenziare) mascherati da vetrinette patinate. E ora? Si vede di tutto: liste camaleontiche e coalizioni che sembrano tavoli di poker in attesa di smascherare il primo bluff. 50.779 aventi diritto al voto, 62 sezioni, un sindaco e 32 consiglieri comunali. A Domenico Bennardi, Antonio Nicoletti, Roberto Cifarelli, Luca Prisco e Vincenzo Santochirico, al netto dei simboli e dei proclami urlati, la complicata missione di portare alle urne e di convincere con la forza delle idee quella parte di città che lavora, soffre, osserva e che sembra aver scelto: disertare.

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