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Come da copione era una crisi di cartone

Come da copione era una crisi di cartone

Ad ascoltare attentamente il picconatore in tricolore Michele Napoli, già noto al grande pubblico nazionale per le sue stravaganti e bizzarre teorie sull'omosessualità, non che si abbia l'impressione di essere al cospetto di Nitti o Spadolini, in Basilicata dalla sanità alle infrastrutture non funziona proprio un bel niente al punto da indossare l'elmetto del cambiamento e sollecitare a gran voce una verifica della maggioranza aprendo una crisi politica che, a dirla tutta, sembra più una crisi di identità o peggio ancora un gioco di prestigio. E' vero, l'azione politica e amministrativa portata avanti fino ad oggi è stata poco più che un esercizio di marketing come se lui non fosse stato uno dei protagonisti dai banchi del centrodestra ma, in fin dei conti e lo sa bene l'ex sindaco di Potenza Mario Guarente, i suoi "strappi" non sono affatto una novità e cavalcare l’onda della critica costa solo pochi spiccioli e talvolta la resa è massima. E, in effetti, è difficile cadere nelle illusioni di qualcuno che ha contribuito nel suo piccolo e con ottimi compagni di viaggio a costruire la realtà che ora contesta, agendo da oppositore nel più comico dei teatrini funzionale, condizionale d'obbligo, ad alzare la posta in ballo e chissà lanciare l'opa su machiavelliche operazioni da manuale Cencelli. Come da copione, per ora e in attesa di un decantato cambio di passo, è tutto rientrato, era un crisi di cartone, mentre i lucani assistono con i pop corn all'ennesima commedia. Dice il generale con una buona dose di ironia: "È solo un mal di pancia".

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