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disturbi alimentari

Quel fiocchetto lilla, tra corpo e mente in conflitto

Si celebra oggi la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi alimentari, profondamente legati alla psicologia individuale e alle difficoltà emotive e relazionali

Quel fiocchetto lilla, tra corpo e mente in conflitto

“Ciao, che fine hai fatto? Non dirmi che hai ricominciato a mangiare?”. Non è solo una giornata: il fiocchetto Lilla rappresenta 365 giorni lunghi e faticosi, quelli di circa 3 milioni e 600mila persone che convivono e lottano con i Disturbi del Comportamento Alimentare. Tra questi il 20% ha meno di 14 anni e attraversa la delicata fase adolescenziale tra cambiamenti fisici e ricerca costante della propria identità e del proprio spazio nel mondo. C'è un colore il Lilla, simbolo di questa giornata, frutto dell’unione tra il blu, calmo, e il rosso, vibrante. Una dualità cromatica perfetta: una grande sofferenza interiore celata dietro un’apparente tranquillità.

“Ogni mattina mi guardo allo specchio e non riconosco più la persona che vedo. Non cambia solo il mio corpo ma anche la mia mente, i miei pensieri, la mia vita. Il mio mondo gira oramai intorno ai numeri, massimo 2 uova a settimana, 50gr di pasta consentito la domenica, 1 cucchiaino di olio evo al giorno, pochissimo sale, verdure verdure verdure e ancora verdure. Penso costantemente al cibo ma non riesco nemmeno a mangiarlo. Mi sento troppo, troppo grassa, troppo debole. Mangio per sentirmi meglio ma un attimo dopo avverto un senso di vuoto più profondo”.

“Ogni giorno cercavo di svanire un po’ di più per sentirmi finalmente più leggera. Ero diventata un riflesso, un corpo sempre più piccolo, più perfetto. Quel riflesso non era solo la mia apparenza, era il mio cuore che si spezzava, era la mia amente che urlava in silenzio”.

Testimonianze dure, struggenti. Comportamenti violenti e confusionari che provano a mettere silenzio nella mente, provano a lenire, ad accarezzare seppur per brevissimo tempo, il nostro corpo. Non è il cibo, non sono le calorie a riempire quel vuoto in una lotta costante tra l'io più profondo e la paura di non essere mai abbastanza. Parlare di DCA non vuol dire parlare di eccessiva magrezza o di sovrappeso. I disturbi dell’alimentazione e nutrizione hanno la loro radice nella psiche e nel rapporto con sé stessi e con gli altri. Sensibilizzare la società, le istituzioni, rappresenta la migliore strategia di prevenzione in una cultura che, nel frattempo, ci propone diete ed esercizi per aspirare ad un certo tipo di corpo. Una società grassofobica che, lungi dal promuovere sani stili di vita, lavora sul senso di colpa e stigma spingendo verso l'approvazione di canoni estetici sempre più pericolosi. In questo scenario bisogna avere il coraggio di accettare le fragilità facendone un punto di forza. Per prevenire, per curare, per guarire, è necessario spezzare il circolo vizioso della presunta perfezione e restituire valore alla persona, alla sua unicità, alla sua bellezza interiore. C'è una via di uscita? Imparare a guardare oltre l'apparenza e accogliere le fragilità come una risorsa, non come una debolezza e costruire una società che non giudica, ma che accoglie e cura.

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