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Il caso

Acquedotto lucano nella morsa di magistratura e opposizione: Andretta era corso ai ripari con le misure anticorruzione

Interventi di Acquedotto Lucano nel territorio di Pisticci: parziale rifacimento delle reti fognarie delle frazioni di Tinchi e Marconia all'impianto di depurazione San Basilio

Nel momento più delicato della crisi idrica Acquedotto lucano è accerchiato: da una parte le polemiche, soprattutto quelle dell'opposizione, che mirano a colpire l'amministratore unico Alfonso Andretta, dall'altra la magistratura, che ha rispolverato una vecchia inchiesta su presunte mazzette che riguardano quadri della società partecipata dei tempi della passata gestione. Sotto inchiesta una dozzina di persone che avrebbero incassato favori dai funzionari in cambio di regalie. Roba da accattoni. Poi Andretta è corso ai ripari, adottando il Piano triennale Anticorruzione e trasparenza e il modello 231 al fine di escludere o limitare la responsabilità amministrativa derivante da uno dei reati citati nella norma e commessi da dipendenti a vantaggio o nell’interesse della stessa società.

Nel gennaio 2024, l'azienda ha potenziato il proprio sistema di prevenzione, aggiornando il Piano Triennale e rafforzando il supporto al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT). Come ulteriore misura, nell’aprile dello stesso anno, è stato individuato e nominato Antonio Milone, colonnello in congedo dell'Arma dei Carabinieri, per supervisionare la trasparenza aziendale e le strategie anticorruzione. Il colonnello Milone, con una lunga e prestigiosa carriera nelle indagini contro la criminalità organizzata e i reati contro la pubblica amministrazione, porta con sé un’esperienza senza pari che rappresenta per Acquedotto lucano una risorsa essenziale. La sua conoscenza delle dinamiche criminali e delle normative vigenti, infatti, rafforza la solidità del sistema di prevenzione dei reati adottato dalla società, con un sostegno mirato anche alla sicurezza dei dati e alla gestione dei rischi aziendali.

Revisione del Modello 231 e Nuovi Standard di Sicurezza

A conferma della propria volontà di innovazione e responsabilità, nel mese di agosto 2024 Acquedotto Lucano ha completato una revisione completa del Modello 231, allineandolo alle più recenti normative anticorruzione e alle nuove sfide della cybersecurity. Questo aggiornamento segna un ulteriore passo avanti nella protezione dell’azienda e dei suoi stakeholder da ogni forma di illecito e vulnerabilità, dimostrando un impegno concreto e attivo contro qualsiasi minaccia alla sicurezza e all’integrità.

L’impegno di Andretta per la Trasparenza e la Cultura della Legalità

L'adozione di queste misure innovative e il supporto di figure come il colonnello Milone rappresentano non solo un impegno verso il rispetto delle leggi, ma anche un atto di responsabilità sociale e verso il territorio servito dalla società. Questa visione pone Acquedotto lucano tra le aziende più avanzate, non solo a livello regionale ma anche nazionale, in termini di gestione e prevenzione dei rischi legati a reati di corruzione e frode.

Un Modello di Legalità nel Settore Idrico Nazionale

Con queste azioni, Acquedotto lucano si conferma come un modello di responsabilità e trasparenza. Nel panorama italiano, l’azienda è tra le poche a investire in modo tanto deciso su una cultura della legalità, orientata non solo alla protezione delle proprie risorse, ma anche alla tutela degli interessi pubblici e del bene comune. Di fronte a difficoltà e sfide esterne, Acquedotto lucano ha scelto di puntare su solidi valori etici, rafforzando i propri sistemi di controllo e dimostrando come la trasparenza e l’impegno alla legalità siano oggi la strada maestra per affrontare qualsiasi tipo di crisi.

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