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La rievocazione

Alla "Disfida di Barletta" l'unico Pazzi "pugliese" valoroso fu Miale da Troia

Il cognome originario - che non ha nulla di locale evidentemente - richiama invece una genealogia che si lega alla cruenta memoria della Congiura Fiorentina dei Pazzi. Correva l’anno 1498 quando...

La famiglia de Pazzi nell’Ottocento operò un nuovo trasferimento andando ad abitare un feudo in valle d’Itria, lasciando però ad imperitura memoria si Miale alias Ettore, una epigrafe posta a tergo di quello che doveva essere il loro Palazzo nobiliare a Troia nonché uno splendido altare un tempo posto nella chiesa di San Giovanni e oggi ospitato nella navata della ineguagliata cattedrale romanica.

Oggi si concludono le celebrazioni che hanno visto per tre giorni la città di Barletta nel vortice della rievocazione storica della celebre disfida. Era il 12 febbraio del 1503 (anche se poi si “festeggia” anche nel più turisticamente portato mese di settembre, ndr.) quando tredici cavalieri francesi e tredici cavalieri spagnoli, in vanteria di chi avesse più valore in campo di battaglia si sfidarono nella, oggi, omonima cantina della città adriatica. Sarà poi la piana di sant’Elia in agro di Trani, lo scenario nel quale avrà luogo il cruento scontro che vedrà prevale le legioni spagnole capeggiate dal valoroso cavaliere nostrano Ettore Fieramosca.

In pochi sanno però che l’unico valoroso “pugliese” a capeggiare tra le fila della fronda spagnola era un certo Miale da Troia al secolo Ettore de’ Pazzis. Il cognome originario - che non ha nulla di locale evidentemente -, richiama invece una genealogia che si lega alla cruenta memoria della Congiura Fiorentina dei Pazzi; correva l’anno 1498 quando alcuni membri della famiglia de Pazzi attentarono a Lorenzo e Giuliano dei Medici nella chiesa di Santa Maria del Fiore, uccidendo a morte il secondo. Costretti a fuggire i cospiranti, trovarono riparino come meglio poterono ma fu Francesco Sansone Riario imparentato con il celebre cardinale congiurato, a tornare nella terra d’origine portando con se il piccolo Ettore che,una volta adulto e valoroso condottiero, ebbe a difendere i nostri valori nella Disputa barlettana e si distinse sul campo di battaglia nel quale trovò la morte.

La famiglia de Pazzi nell’Ottocento operò un nuovo trasferimento andando ad abitare un feudo in valle d’Itria, lasciando però ad imperitura memoria si Miale alias Ettore, una epigrafe posta a tergo di quello che doveva essere il loro Palazzo nobiliare a Troia nonché uno splendido altare un tempo posto nella chiesa di San Giovanni e oggi ospitato nella navata della ineguagliata cattedrale romanica.

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