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L'intervista

Marco Bianchini da Arezzo ad Agropoli passando per “La scogliera dei suicidi”

Marco Bianchini, aretino classe 1958, è un disegnatore di rara gentilezza e disponibilità verso il prossimo oltre che tra i più celebri. Tanti i personaggi da lui disegnati: Mister No, Tex, Dylan Dog, è stato il creatore grafico di "Kerry il Trapper" e molti altri ancora.

Oggi è Direttore Artistico della "TheSIGN Academy" di Firenze, attualmente una delle sedi nazionali più accreditate sulla formazione nel settore delle arti applicate. Al Lucca Comics e Games di quest’anno ha presentato la sua ultima fatica, il graphic “La scogliera dei suicidi”, pubblicato da Lo Scarabocchiatore Edizioni e scritto da Andrea Cavalletto.

Marco Bianchini, aretino classe 1958, è un disegnatore di rara gentilezza e disponibilità verso il prossimo oltre che tra i più celebri. Fumettista, insegnante, Direttore Artistico, la sua è una lunga carriera iniziata negli anni Settanta facendo gavetta sui fumetti erotici, realizzando le matite per le storie di Giovanni Romanini pubblicate dalla Edifumetto di Renzo Barbieri. Qualche anno dopo, viene contattato da Tiziano Sclavi per la creazione grafica di "Kerry il Trapper" che verrà pubblicato dalle edizioni Araldo. Negli stessi anni pubblicò il personaggio "Cap Gemma" per la rivista "Fox Trot!". Nel 1983 approda alla Sergio Bonelli Editore creando il personaggio "Kerry il trapper" scritto da Tiziano Sclavi. Nel 1985 entra a far parte dello staff di Mister No, di cui diventerà uno dei disegnatori principali, esordendo con la storia Un cocktail esplosivo, pubblicato sul numero 125 della serie per i testi di Graziano Cicogna. Tanti i personaggi disegnati da Bianchini: Mister No, Tex, Dylan Dog, è stato il creatore grafico di Kerry il Trapper e molti altri ancora.

Marco Bianchini non è soltanto un disegnatore di indubbio talento, difatti negli anni Novanta fonda la seconda sede storica della Scuola Internazionale di Comics a Firenze. Oggi è Direttore Artistico della "TheSIGN Academy" di Firenze, attualmente una delle sedi nazionali più accreditate sulla formazione nel settore delle arti applicate. (Tra i suoi allievi nomi importanti come Riccardo Nunziati, Vincenzo Bizzarri e Giuseppe di Bernardo n.d.r.) Al Lucca Comics e Games di quest’anno ha presentato la sua ultima fatica, il graphic “La scogliera dei suicidi”, pubblicato da Lo Scarabocchiatore Edizioni e scritto da Andrea Cavalletto. Protagonista di questa avvincente storia ambientata ad Agropoli, Mirko Leo, commercialista con la passione per il fumetto, nonché fondatore dell'Associazione Lo Scarabocchiatore che è ormai diventata un punto di riferimento a livello nazionale nel settore della nona arte.

Marco, quando il fumetto ha iniziato a far parte della tua vita?

Leggevo fumetti, come tutti quelli della mia generazione e li trovavi in tutte le case, poi verso i tredici anni mi sono reso conto che c'era anche qualcuno che li disegnava. Considera che all'epoca gli autori erano indicati solo negli albi americani. Ho cominciato a leggere il Comandante Mark intorno ai tredici anni. Ma da quel momento mi sono così appassionato che ho cominciato a seguire anche le altre collane. La mia infanzia è stata caratterizzata dalla lettura del “Corriere dei Piccoli”. Mi ricordo ancora l’albo che mi ha colpito, era un Devil pubblicato dalla Corno, si intitolava "Devil contro il Dottor Jekyll e Mr Hide". Cominciai a riflettere su quanto fosse bello e appassionante disegnare e da quel momento ho deciso di imparare a fare fumetti.

Solo che all'epoca non esistevano scuole per aspiranti fumettisti...

Infatti. Copiavo per esercitarmi, cercando di studiare sui fumetti che riuscivo a procurarmi, quindi una formazione basata soprattutto sui disegnatori americani. Avevo persino chiesto consigli al mio professore, studiavo grafica pubblicitaria a Bologna, che mi diede qualche indicazione su come approcciarmi all'anatomia dei personaggi ad esempio.

Immagino che anche decidere di fare del fumetto la tua professione non deve essere stata una decisione semplice.

Sì, considera che in quegli anni non esisteva la carriera come disegnatore di fumetti, infatti all'inizio mi sono iscritto alla facoltà di Fisica su consiglio dei miei, ma non era ciò che desideravo e di conseguenza i risultati erano piuttosto scadenti. La svolta è stata l'incontro fortuito con Giovanni Romanini che, dopo aver visto i miei disegni, ritenne fossi già in grado di dargli una mano, come matitista, sugli albi erotici pubblicati da Renzo Barbieri. Lavoravo su albi come Ulula, Attualità Nera, Wallenstein.

In quegli anni erano molto letti e ricordo che tanti tuoi colleghi hanno iniziato collaborando a quelle pubblicazioni, un nome tra tutti il grande Leone Frollo.

Si guadagnava bene, era divertente, è stata una importante gavetta che ha sviluppato e affinato la mia capacità di disegnare fumetti a livello professionale e mi ha fatto conoscere molte cose dell’allora poco conosciuto mondo dei fumetti, ma non era richiesta una grande qualità, semmai una grande velocità nel disegnare tavole, io avevo altre ambizioni e decisi di lasciare.

Quando lavori sei in studio con altri o in casa?

Lavoro sempre fuori casa e da solo, un periodo mi ero ricavato uno spazio nello studio di un mio zio ingegnere. Ho dei ritmi abbastanza serrati, in genere facendo matite e chine disegno una ventina di tavole al mese e cerco di interrompere il lavoro il meno possibile, inoltre dal 1992 sono docente e direttore artistico  di una scuola per fumettisti.

Che può vantare tra i tuoi allievi nomi eccellenti del panorama fumettistico italiano. Cito Riccardo Nunziati, Vincenzo Bizzarri e Giuseppe Di Bernardo… Di recente hai collaborato con Lo Scarabocchiatore per la graphic La scogliera dei suicidi, che avete presentato con successo al Lucca Comics e Games. Puoi anticiparci qualcosa sulla storia?

Il graphic novel è stato scritto da Andrea Cavaletto e disegnato da me con Pietro Nicusanti e Giuseppe Asciolla. Protagonista della storia, che si svolge ad Agropoli, dove nubi nere e misteriose creature marine tormentano gli abitanti del luogo, spingendoli al suicidio è Mirko Leo, per tutti Zio Lò, il fondatore dell’associazione Lo Scarabocchiatore, per promuovere la nona arte, di cui è fervente appassionato.
 Sprofondato in un periodo di depressione a causa della scomparsa dell’amata madre, meditò il suicidio. Fu proprio sulla scogliera di Agropoli che, in procinto di gettarsi, venne salvato da una visione in cui la ninfa delle leggende gli si rivelò con le sembianze della defunta genitrice.
 Adesso che Mirko ha ripreso in mano la sua vita, sente che la sua terra è in pericolo, come se, per qualche oscuro motivo, la protezione della meravigliosa sirena fosse svanita. Nubi nere e gonfie di oscuri presagi si addensano su Agropoli, mentre alcuni abitanti del posto, sopraffatti da orribili visioni di mostruose creature marine, si tolgono la vita insanguinando coi loro corpi sfracellati la scogliera. 
Mirko, con l’aiuto dei suoi cari e di tutta la comunità de Lo Scarabocchiatore, dovrà risolvere il mistero della scomparsa della ninfa prima che il Male abbia il sopravvento.

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