IL MATTINO
L'intervista
20.04.2025 - 09:51
Parallelamente alla sua carriera nei fumetti, è stato autore radiofonico (Radio24), blogger e creatore di contenuti per il web, tra cui la webserie cult "Serial Killer per Bene". È anche docente di scrittura creativa e sceneggiatura, e tiene corsi e workshop in tutta Italia. Diego Cajelli vive e lavora a Milano, città che spesso diventa protagonista o sfondo delle sue storie.
Diego Cajelli è uno degli sceneggiatori più amati e apprezzati del fumetto italiano, dai noir urbani ai supereroi, passando per il crime e la satira, le sue storie attraversano generi e linguaggi con uno stile inconfondibile. Milanese, classe 1971, dopo una formazione in comunicazione visiva, ha iniziato la sua carriera scrivendo per diverse testate a fumetti, per poi diventare uno degli autori più riconoscibili della scena italiana contemporanea. Ha scritto storie per alcune delle serie più iconiche del fumetto italiano, tra cui Dampyr, Zagor, Nathan Never, Tex e Diabolik, collaborando con case editrici come Sergio Bonelli Editore e Astorina. Nel 2008 ha vinto il premio "Gran Guinigi" come Miglior Sceneggiatore al Lucca Comics & Games. Per alcuni anni, è stato anche conduttore radiofonico (conduceva il programma notturno Strane Storie per l'emittente Radio Popolare) e cabarettista presso lo Zelig di Milano[1]. Co-crea, nel 2013, la serie a fumetti Long Wei (Editoriale Aurea), ambientata a Milano e con protagonista un giovane immigrato cinese. Nello stesso anno cura la rubrica Fumetti al telefono su Fumettologica. Nella primavera del 2014 sceneggia per la Star Comics l'albo Chef Rubio - Food Fighters, fumetto nato da un'idea di Giuseppe Di Bernardo ed ispirato all'omonimo cuoco protagonista del programma televisivo Unti e bisunti[7]. Parallelamente alla sua carriera nei fumetti, è stato autore radiofonico (Radio24), blogger e creatore di contenuti per il web, tra cui la webserie cult "Serial Killer per Bene". È anche docente di scrittura creativa e sceneggiatura, e tiene corsi e workshop in tutta Italia. Diego Cajelli vive e lavora a Milano, città che spesso diventa protagonista o sfondo delle sue storie.
Diego, ricordi il tuo primo incontro con il fumetto?
Ero alle elementari ed era un numero dell’Uomo Ragno delle Edizioni Corno, dopodichè ho letto tantissimi albi dei supereroi. le raccolte dei periodi estivi, all’epoca non avevo il concetto di seguire le serie in maniera continuativa, la prima che ho collezionato è stata quella di Martin Mystère alle medie, lo speciale estivo
Quando hai capito che il tuo sogno era quello di fare fumetti?
Verso la fine delle scuole medie ho scoperto che in italia i fumetti vengono fatti da due persone, dallo sceneggiatore e dal disegnatore ed ho capito che avrei voluto scriverli anche io, considera che avevo 16 anni. Avevo già le idee chiarissime! Ho frequentato poi il corso di sceneggiatura della Scuola di Fumetto a Milano, il mio docente è stato Antonio Tettamanti, e nonostante la parentesi della leva sono poi sempre rimasto intorno alla scuola.
Ricordi il tuo primo lavoro da professionista?
La prima cosa l’ho fatta quando avevo 22 anni, Virtual Heroes della Casa editrice Delga, poi Demon Hunter, nel 1995 Pulp Stories, Randall Mc Fly, Video Inferno, la Factory. Nel 1998 Ho iniziato a lavorare con la Bonelli Editore con la testata Napoleone, cui sono seguiti Dampyr, Legs, Nathan Never, Zagor, Martin Mystere…
Non solo Bonelli, sei anche apprezzatissimo autore per Diabolik dell’Astorina…
Si il primo albo che ho sceneggiato per Diabolik e stato Idee Rubate
Ricordo bene quell’albo, anche perchè alla fine la povera Eva è costretta a tagliare i lunghi capelli biondi! Lavorare su un personaggio così iconico e strutturato non deve essere semplice.
Diabolik ha delle regole interne, ci sono dei limiti, il lettore deve avere chiare le dinamiche della narrazione, è un thriller ma con un lato romantico dato dal rapporto tra i protagonisti principali, all’inizio ero più concentrato sull’estetica del colpo.
Vanno rispettati il personaggio e le sue caratteristiche, inoltre la sceneggiatura su formato a due strisce prevede una velocità di esecuzione narratologica, considera che hai pochissimo spazio per costruire una drammaturgia.
Dopo tante diabolike sceneggiature potresti fare il colpo perfetto!
in effetti…
Scherzi a parte, quale tra i cinque personaggi del mondo diaboliko - Diabolik, Eva, Ginko, Altea, la Jaguar - preferisci?
Mi piace molto Ginko, la sua figura, questo lato di poliziotto senza macchia e senza paura che con frustrazione insegue Diabolik senza mai prenderlo.
Adesso vorrei parlare di un'altra tra le mie serie preferite, Martin Mystere, cosa ti ha colpito di questo personaggio?
Di Martin mi piace il concetto di andare a lavorare su qualcosa di realistico supportato da un'immaginazione fortissima. Il mio lato più curioso si intriga sui grandi e piccoli misteri.
Vabbè avete indagato su quasi tutto mi meraviglia come fate a trovare altre storie mysteriose!
Eh ce n'è sempre!
Con Martin voi sceneggiatori della testata raccogliete una eredità non semplice, mi riferisco all’indimenticabile Alfredo Castelli che è stato il creatore del BVZM. Senti la responsabilità di questa situazione?
Sento la pressione è impossibile trovare una figura poliedrica ed eccezionale sotto punti di vista, umano soprattutto, come Alfredo Castelli.
Parliamo del famoso rapporto sceneggiatore disegnatore
Penso che la forza sia nella collaborazione tra sensibilità e stili diversi. Sono preciso nelle sceneggiature ma non pretendo che venga realizzata alla lettera, non occorre essere prevaricante ma trovare un giusto mix. Con alcuni disegnatori non mi sono mai sentito, mentre con altri ho un rapporto di amicizia
Nell’albo Ritorno all’impossibile abbiamo il personaggio di Arianna, una ragazza disabile che sostituisce la biondissima e perfetta Diana Lombard nel cuore di Martin. A quale tra voi Mysteriani è dovuta questa idea?
La scrittura collettiva è veramente un processo creativo ed interessante. Nel caso della sceneggiatura in questione, realizzata per l’appunto con i Mysteriani parliamo di un gruppo che comprendeva oltre me e Alfredo Castelli, Fabio Placentini, Lucio Filippucci, Daniele Rudoni, Andrea Artusi, Giovanni Gualdoni, Enrico Lotti, Ivo Lombardo, Andrea Voglino, quindi c'è stato un lungo brainstorming, infiniti ragionamenti ed alla fine siamo arrivati al personaggio, E ora che all’interno di altri tipi di produzioni si apra la visione a tutti quelli che ne fruiscono, non vedo perchè non ci devono essere disabili che fanno parte delle storie. Questa però è una scelta che in Diabolik non è possibile perché Clerville e dintorni rappresentano una realtà falsata.
Com’è stato lavorare tutti insieme?
Bello, è stato intenso e mai scazzante E rimasto un esperimento all’interno della miniserie, siamo stati selezionati da Alfredo.
Hai lavorato con Castelli e con Sclavi, due figure totemiche del fumetto italiano, quali altri autori sono stati importanti nella tua formazione artistica?
Castelli e Sclavi sono stati importanti , mi hanno indicato qual era la linea che avrei dovuto seguire, poi nelle mie letture sono stati fondamentali anche Magnus, Tamburini, Pazienza, Nolitta…
Se potessi modificare qualcosa nei personaggi di cui ti occupi ad esempio in Diabolik?
Metterei gli elicotteri.
Hai raggiunto grandi traguardi, sei sceneggiatore per alcune delle serie più importanti, hai collaborato per pubblicazioni indipendenti, ma anche per la Feltrinelli Comics, ti è rimasto un sogno nel cassetto?
Mi sarebbe piaciuto lavorare su Mister No, ma non ho fatto in tempo, diciamo che mi piacerebbe scrivere le storie per Il Punitore (Punisher) della Marvel ma non è realizzabile.
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