IL MATTINO
Mi ritorni in mente
21.03.2025 - 14:44
Una poesia metropolitana di Mogol musicata da Lavezzi con i celebri assoli dell’organo Hammond che ti rapiscono. Uno dei 45 giri più venduti della stagione beat, la stagione dei capelloni e del sogno di cambiare il mondo. La potete riascoltare qui
Il primo giorno di primavera è arrivato col suo carico di speranze e desideri per una stagione migliore, un raggio di luce dopo il buio dell'inverno. Con lui, come sempre, è tornata d'attualità la canzone dei Dik Dik che lo celebra. Una poesia metropolitana di Mogol musicata da Lavezzi con i celebri assoli dell’organo Hammond che ti rapiscono. Uno dei 45 giri più venduti della stagione beat, la stagione dei capelloni e del sogno di cambiare il mondo. Il primo giorno di primavera è il “suo” giorno. All’improvviso la canzone torna d’attualità come tutti gli anni quando inizia la primavera, viene tirata fuori dall’album dei ricordi e riappare in tutta la sua suadente armonia e intrigante musicalità. Ogni anno è così, è inevitabile, dalla mattina alla sera le radio la ripropongono come allora, quando uscì sul mercato discografico e fece subito colpo, arrivando, disco dopo disco venduto, in testa alla Hit parade condotta dal grande Lelio Luttazzi. “La canzone regina di questa settimana è “Il primo giorno di primavera” dei Dik Dik!”, proprio come oggi, quando tutti si ricordano di lei e la fanno tornare regina per un giorno. È stata scritta da Mogol insieme a Cristiano Minellono nel ’69 su musica dell’ex dei Camaleonti Mario Lavezzi che da quel momento diventerà uno degli autori più bravi e preparati del nostro pop (“E la luna busso” Loredana Bertè, “Vita” Lucio Dalla e Morandi, “Stella gemella” Eros Ramazzotti). Inizialmente era stata affidata a Vanna Brosio, futura conduttrice televisiva dal sorriso elegante ma dalla debole personalità canora. Non a caso il pezzo passò inosservato. Fu Mogol che già collaborava insieme a Battisti con Pietruccio, Lallo, Sergio, Mario e Pepe cioè i Dik Dik, a proporre il pezzo al gruppo. Proposta subito accolta, perché il complesso milanese era alla ricerca di un brano dall’impatto forte che potesse bissare il successo di “Senza luce”, cover di “A whiter shade of pale” con il quale aveva battuto tutti i record di vendita. E “Il primo giorno di primavera” così come l’aveva musicato Lavezzi, ricalcava proprio la struttura quasi sinfonica del capolavoro dei Procol Harum. Nacque così la versione dei Dik Dik che tutti conoscono, riarrangiata con quell’intro di organo Hammond molto bello e trascinante rimasto nella storia dei nostri 45 giri. Ma anche con quel testo in cui si “sente” l’influenza della collaborazione di Mogol con Battisti di quegli anni (Mi ritorni in mente, 29 settembre). E’ infatti una storia di tutti i giorni che racconta con un linguaggio nuovo ed efficace, senza mai cadere nella retorica o nella banalità, di un uomo abbandonato dalla sua donna che si perde in un paesaggio metropolitano fatto di autobus, traffico e gente anonima, mente la primavera, la stagione della rinascita, avanza. E’ una poesia dai contenuti legati alla quotidianeità esaltata dalla musica, ed elevata a gioiellino dalle voci ben amalgamate fra loro specialmente negli incisi, dei mitici Dik Dik, band storica del beat italiano che ha regalato emozioni a una generazione ribelle e capellona. Sono passati anni, decenni, da quando questo brano è uscito ma ha mantenuto la freschezza del primo ascolto con le atmosfere proprie di una stagione al risveglio. Oggi più che mai la primavera sta arrivando in mezzo al traffico o su un autobus mentre nasce un primula sulle note di questa canzone ovunque voi siate. Basta chiudere gli occhi e sognare.
edizione digitale
I più letti
Il Mattino di foggia