IL MATTINO
Cinema
10.07.2020 - 15:46
Nell’autunno del 2018 Acerenza, piccolo borgo lucano arroccato sulla roccia famoso per il suo monumento cardine la Cattedrale, si trasformò in un set a cielo aperto. I suoi abitanti in totale fibrillazione hanno vissuto dei mesi intensi, familiarizzando con gli operatori e le maestranze italo - canadesi, conoscendo attori del calibro di Joe Pantoliano, protagonista di Bad boys, Matrix, I soprano, e Marco Leonardi, volto noto delle fiction italiane ed indimenticabile Totò di Nuovo Cinema Paradiso. «Vedere Acerenza apparire sul grande schermo del cinema ha rappresentato la realizzazione di un sogno – afferma il sindaco Fernando Scattone - come cittadini e amministratori siamo chiamati ad una maggiore responsabilità e coscienza dell'indiscutibile patrimonio storico, artistico e culturale che possediamo e che si presta a palcoscenico naturale per grandi produzioni». Un film che ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale, presentato ad importanti festival è stato fermato solo dal Covid. Oggi, 10 luglio, finalmente anche From the vine vede la sua distribuzione iniziata sulle piattaforme canadesi. Un sogno che si avvera per l’autore del libro Finding Marco romanzo da cui tutto è partito: Kenneth Canio Cancellara, acheruntino e lucano illustre, avvocato di fama internazionale e scrittore di successo.
From the vine un sogno realizzato per lei e per tutta la comunità acheruntina. Cosa rappresenta per Kenneth Cancellara?
«La sua domanda è la mia risposta. Sin dal principio di quest’avventura, dalla pubblicazione del mio romanzo, In cerca di Marco, avevo un sogno quello di far conoscere la nostra città con tutti i suoi squisiti valori, ai miei lettori. Per me, è stata un’odissea interna e per i lettori del romanzo speravo fosse una bellissima scoperta. Non volevo semplicemente rendere nota la bellezza fisica di Acerenza, uno dei borghi più belli d’Italia, ma volevo sottolineare le sue tradizioni e lo spirito di grande umiltà, generosità e di accoglienza della sua gente. L’esempio di vita che mio nonno, Canio D’Andria, mi diede, risiede ancora oggi nei miei concittadini che lo dimostrano a loro stessi e ai visitatori. Il mio desiderio, nella trasposizione del romanzo al “big screen”, era cercare di convertire queste emozioni per permettere alla gente di divertirsi e di vedere che anche in questi tempi turbolenti c’è gente in un piccolo e isolato borgo su una collina dell’Appennino meridionale che vive ancora di questi antichi sentimenti. Sogno realizzato».
From the vine sarà disponibile tra pochi giorni sulle piattaforme canadesi on demand AppleTV, Cineplex, Google, Microsoft, Bell, Telus, Eastlink, and Cogeco. Cosa si aspetta da questa distribuzione?
«Abbiamo scelto tra i migliori distributori in Nord America (Samuel Goldwyn Pictures) e in Europa (Minerva Pictures) proprio per accertarci che la distribuzione di questo nostro film avesse una larghissima diffusione mondiale. Non si tratta semplicemente di ricavare un reddito economico, anche se le spese si devono ricavare, io mi sono sempre prefissato di voler vedere sventolare la bandiera di Acerenza nei quattro angoli del mondo. Volevo spiegare che tutto quello che avevo messo per iscritto e in visione nel nostro film sono caratteristiche che esistono ancora oggi in quel lontano “nido” lucano. Questo è il mio desiderio principale che spero sia realizzato dalla diffusione globale del film».
Quando e come verrà distribuito anche in Italia? Dobbiamo aspettare tanto?
«Certo, il film verrà distribuito in Italia. Anzi, abbiamo appena concluso la versione italiana, grazie alla partecipazione del nostro produttore italiano, Francesco Papa con la sua società Pointmedia. Puntiamo alla fine dell’estate o in autunno per il lancio della versione italiana in Italia. Anche quella sarà, per me, una grande emozione. Il nostro film, come co-production Canada-Italia, crea un ponte tra la mia terra natale e il mio paese adottivo e sarà una bella esperienza vedere l’unificazione dei miei due paesi sul grande schermo».
Cosa si aspettava dai fondi sul cinema? Cosa è andato storto?
«Mi dispiace tantissimo l’atteggiamento della nostra Regione Basilicata. L’obbligo, sia morale che contrattuale, abbiamo un contratto firmato dalla Regione, è incontrastato. Ho imparato una grande lezione sulla politica italiana. Il “si” può avere molteplici significati come: “no”, “forse”, “dobbiamo indagare”, “si, ma non quanto specificato”, “ma quella iniziativa era del governo precedente” e così via. Io, intanto non ho intenzione di mollare. Io rispetto la legge e rispetto l’etica e quindi mi aspetto che gli altri facciano lo stesso. Vorrei ricordare che ho rifiutato un contratto concreto dalla Apulia Film Forum per girare il film in Puglia. Abbiamo rifiutato l’offerta pugliese quando l’ex Presidente Pittella chiese al suo vice di firmare immediatamente il contratto con me, che ci avrebbe assicurato il contributo lucano. E cosi facemmo. La faccenda è ora nelle mani legali e spero che avremo una soluzione positiva al più presto. Intanto io ho sempre mantenuto i miei obblighi contrattuali e morali di promuovere nel film la nostra Regione, e lo continuerò a fare».
Lei è un uragano di idee. Cosa sta preparando per il futuro?
«Io credo questo: se uno interrompe le attività che ama, muore. Certamente, muore il suo spirito. E quindi, continuo con le mie attività legali che mi danno la possibilità di aiutare la gente che ha bisogno dei miei consigli. Continuo anche con le mie attività di beneficenza che mi danno la possibilità di aiutare una società che mi ha regalato tantissimo nella mia vita, e che continua a farlo. Appartengo a molti Cda e li aiuto in qualsiasi maniera sia necessario. E continuo a scrivere perché i romanzi mi regalano la possibilità di formulare le emozioni che io credo siano importanti per i lettori. Ho appena finito il mio nuovo romanzo che proprio alcuni giorni fa è stato accettato da una grande casa editrice di spessore internazionale, la quale pubblicherà il mio nuovo romanzo nella prossima primavera. Il romanzo è intitolato: “Redenzione nella Majella”. Non mi è permesso di anticiparne troppo (così è specificato sul contratto che ho firmato con la casa editrice), però come il titolo suggerisce, uno dei luoghi protagonisti è la bellissima Majella—montagna sacra, rifugio di migliaia di pellegrini, dove è possibile trovare silenzio, introspezione e redenzione. C’è, e non poteva mancare, anche un posto importantissimo per la nostra Acerenza».
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