IL MATTINO
I pensieri dell'Altrove
03.08.2014 - 10:19
Tema: È tempo di vacanze. Svolgimento: Siamo in quei giorni dell'anno in cui, potendoselo permettere in questo momento economico infelice, ci si organizza per un rito collettivo stagionale: andare in vacanza. Si preparano le valigie, si chiudono le porte, si abbandonano animali per strada, ci si incolonna sulle autostrade e si arriva in quei posti in cui si dovrebbe ridurre lo stress e ci si dovrebbe ricongiungere, in uno spontaneo tentativo, con se stessi e con il mondo. Più ci sono aspettative più ci sono argomenti che vanno a minarle, più ci sono stanchezze da smaltire più si insidiano gli indizi che i giorni non saranno mai abbastanza per dimenticarle o, almeno, per alleggerirle. Ma si parte, i più prudenti con i flaconcini di Enterogermina, i più ansiosi con un antibiotico a largo spettro per stare tranquilli, perché fuori casa, si sa, "non si sa mai". Le vacanze aspettano noi, come il calendario suggerisce, noi che siamo la tradizione dell'amore verso i nostri mari affollati, il nostro mangiare pesce sulle terrazze panoramiche, la passeggiata obbligatoria serale simulando, grazie anche al supporto di calici di vino bianco fresco, un romanticismo che poi ritorna ad essere latitante per gli altri trecentocinquanta giorni dell'anno. La vacanza come una sospensione, come vuoti da riempire con altri vuoti diversi, una rappresentazione, una necessità, una riconciliazione, una doccia fresca per i pensieri e un massaggio naturale dell'acqua sul corpo che ci fa ricordare di avere un corpo. Di avere la pelle, le spalle, la sensibilità al caldo, al bagnato, al benessere. La vacanza stacca i contatti con le abitudini comportamentali di tutti i giorni, ma non sempre neutralizza e rende inoffensivi quelli che abbiamo nel circuito interiore. Perché, nonostante le buone intenzioni, ti porti quasi tutto appresso e quasi tutto addosso: le indecisioni e i pesi, le facce dei parenti e le storie degli amici, il telefonino con tutti i suoi numeri e le sue applicazioni, l'ultima discussione con qualcuno, l'ultima delusione. Ma il mare ti guarda, il sole (quando è solo nel cielo) sta lavorando per te, hai comprato le creme solari, hai fatto quella stupida dieta super veloce e super inutile, hai guardato le previsioni meteo, stai provando a non sentire l'astinenza dai telegornali. Eppure lo sai, lo sai che nel mondo appena fuori dal metro quadrato del tuo ombrellone i giorni seguono il loro andare consueto, faticoso, ordinario. L'invisibile non sparisce se provi a dimenticarlo per un quarto di pomeriggio, si è solo messo in attesa. Poi si vendica perché hai provato a distrarti, non sopporta i tradimenti e le fughe, l'invisibile fa del suo meglio per evitare che tu sia in anestesia, anche solo parziale o locale. L'invisibile, per quanto non si renda reale, ha connessioni forti e potenti dietro i tuoi occhi chiusi, con i tuoi respiri notturni e conosce a fondo le tue immagini interiori. Nessun viaggio, nessun luogo, avranno la forma affascinante del vuoto e della leggerezza assoluta perché, lo sappiamo, i nostri pensieri, le domande, qualche fastidiosa risposta, non vanno mai in vacanza. E neppure le solitudini, le guerre, la morte, il dolore, le malattie, le paure. Tutto è sempre uguale in quel moto vorticoso e inarrestabilmente, modernamente poco compassionevole. Si, certo, a volte si chiedono e si ottengono delle tregue, ma durano proprio poco. Giusto il tempo di uno sbadiglio annoiato, fra una ferita vecchia che ancora si vede ed una nuova ustione da souvenir. Perfetta, per un selfie.
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