IL MATTINO
Il film
30.03.2025 - 12:50
La storia d’amore è la prova, certo, che questa fisicità immateriale è vera in ogni altrove in cui accadiamo, ma non è l’unico conforto in cui possiamo ripararci dalla bufera dell’ultimo soffio della vita.
Se si va al cinema con la convinzione di trovare nel film di Valerio Mastandrea un’emozionante storia d’amore, ci si sorprenderà nello scoprire qualcosa di più importante dell’amore. “Nonostante” racchiude il senso ultimo, prezioso, della vita dopo averla vissuta; l’ultimo incrocio di anime parallele che si attraversano su più dimensioni, tangibilmente inafferrabili ma essenzialmente coesistenti. Mastandrea ci fa dono di un capolavoro di elegiaca consustanziazione tra l’immanenza della nostra quotidianità e la sua trascendenza, tra ciò che crediamo di essere e quello che siamo veramente. È la scoperta della fisicità immateriale della nostra vita capace di scavalcare gli steccati corporei che la delimitano: la storia d’amore tra lui (Valerio Mastandrea) e lei (Dolores Fonzi) è la prova, certo, che questa fisicità immateriale è vera in ogni altrove in cui accadiamo, ma non è l’unico conforto in cui possiamo ripararci dalla bufera dell’ultimo soffio della vita, magicamente rappresentata nel film dal vagare bruscamente dei protagonisti per ignote destinazioni ad ogni definitivo rantolo della morte. Se ogni stanza dell’ospedale in cui si svolge il film è la rappresentazione della nostra terrena provvisorietà, guarire o morire non ha importanza perché, in ogni caso, «nessuno vuole andare via da solo», Veterana (Laura Morante) o Curiosone (Lino Musella) che sia dell’intreccio relazionale volutamente tessuto in maniera extracorporea per affermare la forza spirituale che conferisce potere di eternità alla fragilità dell’esistenza. Al Volontario (Giorgio Montanini) il compito ultimo di mediare il ricordo tra le vite trasparenti e la loro sopravvivenza corporea perché la memoria, in definitiva, è tutto ciò che le fa esistere davvero. Nonostante.
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