IL MATTINO
crisi ucraina
28.02.2022 - 16:17
Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha promesso che l’Italia darà la massima solidarietà al popolo ucraino: «L’Italia sarà tra i paesi che applicheranno questo principio con redistribuzione sui nostri territori». In concreto, l’organizzazione si baserà probabilmente sulla rete SAI, il sistema di accoglienza e integrazione di secondo livello gestito dal ministero in collaborazione con l’ANCI, l’associazione dei comuni italiani. Fornirà asilo ai profughi nelle strutture messe a disposizione da associazioni, parrocchie e istituzioni. Le prefetture coinvolte sono 106. Il sistema Sai prevede sia la distribuzione di vitto e alloggio, sia quella che viene chiamata assistenza integrata, cioè accompagnamento, assistenza, integrazione. È costituito dalla rete degli enti locali che, con le organizzazioni del terzo settore, possono accedere al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Secondo una previsione del ministero dell’Interno, ad arrivare in Italia saranno soprattutto anziani e bambini (gli uomini resteranno in Ucraina a combattere), che raggiungeranno le donne, circa 200mila, che già lavorano in Italia. Il ministero sta attrezzando un sistema per facilitare e velocizzare le procedure burocratiche per fornire permessi di soggiorno rapidi per i ricongiungimenti. L’idea è quella di mettere a disposizione una sorta di autorizzazione velocizzata per motivi umanitari. Secondo le ricostruzioni delle intenzioni del ministero dell’Interno uscite sui giornali, alcuni tra i profughi ucraini andranno nei Centri di prima accoglienza, o negli ex Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Verranno poi attivati i circuiti cosiddetti sussidiari, quelli del terzo settore. La gestione concreta sarà affidata alle prefetture sul territorio: in base alle esigenze potranno essere organizzate nuove sistemazioni in alberghi, ostelli, caserme. Il ministero degli Esteri ha annunciato di essere poi impegnato nell’apertura di corridoi umanitari “speciali” per i minori orfani «perché possano al più presto raggiungere l’Italia in sicurezza». L’Unione europea sta discutendo invece un provvedimento che non era mai stato applicato prima: la protezione temporanea, e cioè un permesso di soggiorno della durata di un anno, estendibile a due, a tutti i cittadini ucraini che chiedono protezione in uno degli stati membri.
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