IL MATTINO
vaccini
22.02.2022 - 12:17
Nel 2017, la giornalista Giulia Innocenzi pubblicò un libro inchiesta ricco d’informazioni intitolato Vacci-nazione (Baldini e Castoldi). Ricciardi era ancora presidente dell’Istituto superiore di sanità, un incarico mantenuto fino alla fine del 2018
Innocenzi riportò il contenuto di un documento, non tanto riservato, che lo stesso Ricciardi aveva presentato il 28 marzo del 2013 alla Commissione europea. Una dichiarazione di interessi, in cui l'odierno uomo forte di Speranza dava conto dei suoi potenziali conflitti d’interessi. Ricciardi scriveva di avere «stilato gli Hta (HealthTechnology Assessment), cioè la valutazione dell’impatto sulla salute, di una serie di farmaci per le case farmaceutiche». Di aver «fatto da consulente per: Novartis per il vaccino MenB (2012), Menarini per il vaccino Nebivololo (2012), Menarini per il vaccino Remimazolam (2012), IBSA per il vaccino Fostimon (2012), GlaxoSmithKline per il vaccino Belimumab (2011), Pfizer per il vaccino Enbrell (2011), Pfizer per il vaccino PCV13 (2011), Astellas Pharma per il vaccino Mycamine (2010), Amgen Dompè per il vaccino Prolia (2010), Wyeth Lederle per il vaccino Prevenar (2009), Novartis per il vaccino Lucentis (2009), Sanofi Pasteur per il vaccino Gardasil (2008), GlaxoSmithKline per il vaccino Synflorix (2008), GlaxoSmithKline per il vaccino Lapatinib (2008), GlaxoSmithKline per il vaccino Hpv (2007)». «L’ultimo vaccino per cui ha fatto da consulente, quello contro il meningococco B, è stato poi inserito nel Piano nazionale sui vaccini, nonostante il parere contrario dei ricercatori dello stesso Istituto Superiore di Sanità di cui è oggi presidente», scrisse Innocenzi. Montò una polemica, abbastanza aspra ed intervenne anche Roberto Burioni: «Peccato che questi vaccini siano uno il nebivololo, che è un beta bloccante, farmaco contro l’ipertensione; il secondo (Remimazolam) una benzodiazepina, parente del Valium e del Lexotan; il terzo (Fostimon) addirittura un medicinale che si usa per indurre l’ovulazione nelle donne». Parziale imprecisione, ma, andando semplicemente per esclusione una buona fetta residuale dell'elenco potevano e possono essere definiti "vaccini". Ma a definirli tutti vaccini non era stata la Innocenzi, che riportava integralmente e fedelmente il contenuto di un documento bensì lo stesso Ricciardi nelle schede da lui redatte.
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