IL MATTINO
Verso le elezioni comunali nel capoluogo
22.05.2019 - 20:44
Bianca Andretta e i suoi candidati
«Non ci può essere un Paese con cittadini di serie A e di serie B, come non è accettabile ogni ipotesi di regionalizzazione dell’istruzione e di reclutamento del personale con contratti regionali». Bianca Andretta, candidata con la coalizione di centrosinistra alla carica di sindaca del Comune di Potenza, condivide e sostiene l'iniziativa di protesta organizzata dalla Cgil Basilicata contro le norme del governo sull'autonomia differenziata. «Il nostro punto di riferimento è la Costituzione e oggi il governo sta pianificando la devastazione di ogni diritto di cittadinanza, l'aumento delle già insostenibili disuguaglianze, il crollo delle speranze per le persone che abitano territori come il nostro. La Potenza che vogliamo è Capoluogo di una Regione che dovrà combattere, con l'aiuto delle persone che la abitano, per sostenere la solidarietà e i livelli essenziali di erogazione dei servizi come pilastri di coesione per il progresso della comunità. Se il provvedimento andrà in porto, ben 23 materie, tra cui diritti fondamentali quali istruzione e sanità, saranno commisurati al territorio in cui un cittadino vive. Ciò significa che il gettito fiscale legato al trasferimento dello Stato alle regioni non dipenderà più da un criterio proporzionale. La città che vogliamo deve diventare motore di un nuovo modello di sviluppo basato su valori come la collaborazione, la partecipazione, la solidarietà e una una piccola regione di 573mila abitanti, rischia, con questi provvedimenti scellerati, di perdere la sua connotazione. Pensiamo alla sanità: se la Basilicata ha avuto fino a questo momento un trasferimento pari a 1 miliardo e 40 milioni di euro sulla base del principio della fiscalità, del Pil e della capacità differenziale della regione, avrà molti milioni in meno e non potrà assicurare la sussistenza di servizi di qualità, a partire dal nostro “San Carlo”. Anche la scuola, radice di ogni comunità responsabile, presidio di democrazia, vedrebbe il personale assunto e pagato dalle regioni, i concorsi saranno banditi su base regionale, perfino la valutazione del sistema farà capo alle regioni. In pratica: la fine del diritto all’istruzione come diritto sociale individuale. La nostra idea di autonomia, è diversa ed è fondata sui principi della nostra Costituzione: ogni cittadino, in maniera uguale in ogni angolo del Paese attraverso la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, deve avere le stesse identiche possibilità. Sono curiosa di sapere cosa pensa Guarente del suo governo nazionale e della devastazione in cui vuole condurre la nostra città e la nostra regione».
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