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I risultati elettorali: la Basilicata ha clamorosamente bocciato il Partito democratico

«Andiamo a vincere!». Le emozioni di Polese solo 24 ore dopo si trasformano in dolore. Così hanno ucciso il Pd

Consegnata la regione ai pentastellati e c'è un senatore della Lega. Viceconte e Benedetto puniti. La riflessione pesa sulla segreteria. E tra qualche mese ci sono le regionali

«Andiamo a vincere!». Le emozioni di Polese solo 24 ore dopo si trasformano in dolore. Così hanno ucciso il Pd

L'ultimo post su Facebook di Polese

«Non ci sono parole ma solo emozioni...2000 volte grazie...andiamo a vincere!!!». Le ultime parole famose di Mario Polese. E nel giro di 24 ore teatro pieno e urne vuote. Così hanno ucciso il Partito democratico. Sorpassando decisamente le previsioni della vigilia - ma non i "sospetti" che qualcosa di grosso stesse per accadere - il M5s (ben oltre il 40%) si e' preso ieri la Basilicata (scrivendo il 4 marzo nelle date storiche da ricordare per la regione) e ha lanciato un'offensiva che ha come sbocco naturale le elezioni regionali del prossimo autunno. La sconfitta netta del Pd e del centrosinistra - mentre il centrodestra puo' esultare quanto meno per aver eletto per la prima volta in Basilicata un senatore della Lega - ha diverse spiegazioni e alcune sono nelle urne stesse. Sono stati sonoramente bocciati sono almeno tre candidati: l'europarlamentare Gianni Pittella, e il "messaggio" e' tutto per il fratello, il presidente della giunta regionale, Marcello Pittella; Guido Viceconte, che ha lottato invano contro l'"immagine" di parlamentare berlusconiano (anche Sottosegretario) candidato del centrosinistra; e Francesca Barra, imposta in un collegio, quello di Matera-Melfi, che ha reagito come "offeso" che il partito non avesse trovato su quel territorio - cosi' ricco di tradizione politica - un candidato lucano. Peraltro con la "pesante" prospettiva di Matera Capitale europea della Cultura nel 2019. Non basta. Ormai due anni di inchieste sul petrolio - nonostante la posizione spesso ferma e dura della giunta regionale - hanno fatto passare il messaggio che la questione dello sfruttamento delle risorse petrolifere debba essere ripensata. E non e' detto che si possa. Gli elettori non hanno tenuto conto adeguatamente ne' delle posizioni assunte dal governo regionale ne' dell'importanza che i diritti di sfruttamento hanno per il bilancio regionale. C'e' di piu'. Il Pd e' rimasto a lungo senza segretario regionale e senza che questa "assenza" sia stata ben spiegata e altrettanto ben compresa dall'opinione pubblica: quanto meno, e' passata la convinzione che non era piu' nella segreteria del Pd che si prendevano le decisioni che contano, ma altrove (nella prima repubblica, invece, nei partiti si decideva davvero). Un peso deve aver avuto anche l'abbandono del Pd da parte di suoi esponenti storici e "forti" non solo elettoralmente, anche se poi LeU non ha superato la prova: anche in questo caso, sara' interessante vedere il riverbero di questa divisione sulle prossime elezioni regionali. Inoltre, la citta' di POTENZA ha detto la sua, e ad alta voce. Salvatore Caiata - indagato a Siena e cacciato dal M5s - ha comunque stravinto, ottenendo in citta' una quantita' impressionante di voti. Non si tratta di consensi dovuti solo al successo calcistico del POTENZA in Serie D. La citta', non da sola pero', ha votato l'attesa di un successo sportivo - la promozione in C - punendo nello stesso tempo Viceconte e Nicola Benedetto, candidato atterrato nel centrodestra poche settimane dopo aver lasciato la guida di un assessorato nella giunta regionale di centrosinistra. Che dire del centrodestra? L'elezione di un senatore lucano in quota Lega obbliga ad una riflessione attenta e cambia lo scenario. Il centrodestra deve giocare bene le sue carte: ha gia' ricevuto "segnali" favorevoli - nelle ultime comunali ha conquistato POTENZA e Matera - e ora ha una rappresentanza parlamentare in parte "nuova". Come usare bene questo patrimonio? Il M5s ottiene una vittoria chiarissima e incontestabile (passando da due ad almeno sei, forse sette parlamentari sui 13 complessivi eletti in regione), ma la Basilicata torna nei ranghi, nel senso che non e' piu' la regione del Mezzogiorno che votava in controtendenza rispetto alle altre: va in archivio lo schema, valido in passato, di una Basilicata a sinistra in un Sud spesso favorevole al centrodestra. Ma i pentastellati, conclusa la giustificata esultanza di queste ore, saranno chiamati al compito piu' duro: individuare gli uomini giusti e studiare le mosse giuste per affrontare la sfida regionale. Non possono piu' "nascondersi".

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