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Strade, ferrovie, dighe e sicurezza: la Basilicata di Pasquale Pepe, un 2025 di scelte e direzione

Programmazione rigorosa, capacità di mediazione e leadership politica: così infrastrutture moderne e servizi essenziali diventano strumenti concreti di coesione. La strada per superare marginalità storica e narrazioni fuorvianti è tracciata

Strade, ferrovie, dighe e sicurezza: la Basilicata di Pasquale Pepe, un 2025 di scelte e direzione

Pasquale Pepe (archivio)

Pasquale Pepe, esponente di peso della Lega nel Meridione, ha saputo dimostrare con i fatti che la Lega di Matteo Salvini è una forza coerente su scala nazionale, attenta a tutti i territori. Con il suo impegno concreto ha superato demagogie e narrazioni ideologiche distorte, evidenziando quanto il raccordo istituzionale tra governo – nel caso specifico con il MIT – e Regione Basilicata sia stato in più occasioni determinante. È emblematico il caso del Viadotto Tiera e del recente stanziamento di 1,2 milioni di euro previsto nella Legge di Bilancio: risultati ottenuti grazie ad un’intesa chiara e operativa tra Roma e Potenza, nel segno di una Lega unita, coesa e capace di produrre fatti concreti sul territorio

C’è una Basilicata che per troppo tempo ha dovuto fare i conti con il peso della marginalità, una condizione sociale, geografica e infrastrutturale denunciata già ai tempi di Francesco Saverio Nitti, quando il tema delle connessioni rappresentava il vero discrimine tra sviluppo e isolamento. Oggi quella storia sembra finalmente imboccare una direzione diversa grazie a un’azione di governo che ha scelto il pragmatismo, la programmazione e la concretezza come bussola. Al centro di questa stagione c’è Pasquale Pepe, vicepresidente e assessore regionale alle Infrastrutture, Reti Idriche e Protezione Civile, già senatore della Repubblica, che con naturalezza ha portato l’esperienza maturata a Roma nei corridoi di Via Verrastro, imprimendo all’azione regionale un piglio incisivo e risoluto. Ma Pasquale Pepe è prima ancora un amministratore comunale di lungo corso e sa bene cosa vuol dire misurarsi ogni giorno con i limiti dei bilanci locali, con le urgenze dei territori, con le attese concrete delle comunità. Sa cosa significa una strada chiusa, una rete idrica inefficiente, un collegamento che manca. È da questa conoscenza diretta, maturata sul campo prima ancora che nelle aule parlamentari, che nasce un metodo di governo improntato alla concretezza, alla priorità degli interventi e al rispetto dei tempi, lontano da annunci pomposi e vicino ai bisogni reali.

Le infrastrutture sono da sempre il tallone d’Achille della Basilicata. Pepe lo sa e affronta il nodo senza scorciatoie, costruendo un piano d’azione fondato su una visione unitaria della regione: non più terra di passaggio o di isolamento, ma sistema di connessioni materiali e immateriali capace di sostenere sviluppo, coesione e qualità della vita. Un’impostazione che tiene insieme, non senza difficoltà, strade, ferrovie e reti idriche in un disegno organico che guarda al presente ma soprattutto al futuro. Non è un caso se già lo scorso luglio (Governare l'acqua per costruire il futuro: la sfida di Pasquale Pepe CLICCA QUI) si sottolineava come le comunità servite dallo schema Basento–Camastra abbiano attraversato l'autunno del 2025 senza le gravi interruzioni e i disagi che avevano segnato il medesimo periodo del 2024. Il risultato non è stato frutto del caso, ma di una programmazione attenta, di una lettura preventiva delle criticità e di una gestione responsabile delle risorse idriche. Un segnale chiaro di metodo, prima ancora che di merito. Con il piano da 38,2 milioni di euro per la digitalizzazione, manutenzione e sostituzione delle reti, infatti, è stato avviato un processo che potrà sembrare poco visibile nel breve periodo – perché ai tubi non si taglia il nastro e le infrastrutture richiedono tempi e procedure complesse – ma è forse uno dei più decisivi interventi per il futuro della Basilicata.

Nel quadro complessivo delle azioni messe in campo nel corso del 2025, l'assessore delinea una strategia ambiziosa e strutturata. «Il nostro lavoro ha una missione chiara: migliorare e realizzare le infrastrutture, modificando la loro concezione da semplice necessità a leva essenziale di sviluppo, coesione e qualità della vita», ha dichiarato Pepe, sintetizzando una visione che va ben oltre l’ordinaria amministrazione. La sicurezza del territorio è il punto di partenza imprescindibile. La Regione Basilicata ha destinato complessivamente 150,5 milioni di euro alla viabilità, intervenendo su strade comunali, provinciali e delle aree interne. Attraverso i fondi FSC 2021–2027, 65,5 milioni di euro sono stati assegnati alle Province – 41,5 milioni a Potenza e 24 a Matera – a seguito di una concertazione puntuale che ha individuato le arterie di maggiore valenza strategica, capaci di collegare più centri di interesse. A questi si aggiungono 45 milioni per la viabilità comunale, comprese le cosiddette strade “di nessuno”, premiando l’aggregazione tra enti locali e la strategicità delle proposte. Ulteriori 40 milioni, a valere sui fondi FESR FSE+, sono stati destinati alle aree interne, per garantire continuità territoriale anche nei contesti più fragili.

Accanto alla strada, il ferro. La Basilicata sta vivendo una vera e propria rivoluzione ferroviaria. Con un investimento di circa 525 milioni di euro, finanziato dal PNRR e da fondi nazionali, la tratta Ferrandina–Matera segna finalmente la fine dello storico isolamento della Città dei Sassi dalla rete ferroviaria nazionale. A questo si sommano oltre 410 milioni per la Grassano–Bernalda, strategica per l’area jonica, e gli interventi sulle linee Potenza–Foggia (442 milioni) e Potenza–Battipaglia (128 milioni), destinati a migliorare sicurezza e affidabilità dei collegamenti interni. Resta aperta la sfida dell’Alta Velocità, ma anche qui la Regione ha fatto sentire la propria voce: un tavolo tecnico di ascolto ha portato RFI a riconoscere la proposta lucana come meritevole di approfondimento e i prossimi mesi saranno decisivi.

L’azione dell’assessorato e della direzione generale abilmente guidata dal dg Altomonte si è riflessa anche nella quotidianità dei cittadini. Sono stati investiti 23,7 milioni di euro per l’acquisto di 100 nuovi autobus destinati al Trasporto Pubblico Locale, 40 dei quali già in circolazione, con benefici immediati in termini di comfort e sostenibilità. Sul fronte ferroviario, è stata conclusa in anticipo la fornitura di 8 nuovi treni “Pop” per un valore di 52 milioni di euro, mentre Matera si prepara a diventare un laboratorio di mobilità sostenibile con il progetto Treen – Metrotranvia dei Sassi, sostenuto da 45 milioni di euro per l’acquisto di 7 treni elettrici. Difesa del suolo, risorsa idrica e protezione civile completano il mosaico. Oltre 40 milioni di euro sono stati assegnati per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico, anche grazie alla sinergia con il Ministero dell’Ambiente. Sul fronte idrico spiccano i 113,7 milioni per la Diga del Rendina e i circa 23 milioni destinati al collegamento tra le dighe di Acerenza e Genzano di Lucania nello schema Basento–Bradano. Resta ora l’obiettivo, non più rinviabile, di sbloccare il distretto “G”, un intervento da 85 milioni di euro fermo da troppi anni.

Infine, la sicurezza. La Regione ha garantito la continuità del servizio antincendio con elicotteri e ha completato l’attivazione del Numero Unico di Emergenza Europeo 112, un passo decisivo verso una protezione civile moderna, coordinata ed efficiente. Dalle strade ai binari, dalle dighe alla sicurezza, emerge una cifra politica chiara: governo dei processi, capacità di visione, dialogo e confronto costante con sindacati e amministratori locali sui dossier più impegnativi, leadership determinata. Pepe non si limita a gestire il presente ma studia il futuro, con la saggezza di chi conosce le istituzioni e la capacità di chi sa guidare. In filigrana, dentro questa azione di governo ordinata e determinata, si intravede qualcosa di più di un assessorato ben amministrato. Si coglie il profilo di una guida che conosce i territori perché li vive e che oggi tiene insieme visione strategica e capacità decisionale. Così il confine tra ruolo settoriale e la responsabilità generale diventa sottile e la Basilicata, che ha bisogno di continuità, competenza e visione, sembra già riconoscere in questo metodo e in questa figura una direzione possibile e naturale per il proprio futuro.

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