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15.12.2025 - 17:30
da sinistra Araneo e Verri
Mentre a Roma si parla di “cessioni” e privatizzazioni, nei territori arriva sempre lo stesso risultato: meno servizi e più abbandono. Il Governo, per bocca del Ministro dell’Economia, ha ipotizzato la cessione sul mercato di BdM Banca, banca nata dal salvataggio pubblico della ex Popolare di Bari e oggi dentro il gruppo Mediocredito Centrale, quindi a controllo pubblico. Dentro questo disegno si colloca, con sprezzo di ogni sana e prudente logica industriale, il cosiddetto “Progetto Strategico Sportelli”: 10 filiali da chiudere entro marzo 2026 e 15 aperture solo “promesse” entro il 2027, con un dato che è uno schiaffo al Sud interno: nessuna apertura prevista in Basilicata. E infatti la ricaduta locale è già reale: la chiusura dello sportello BdM di via del Gallitello, a Potenza, è l’ennesimo tassello della desertificazione bancaria. È intollerabile che un Governo usi risorse pubbliche per “mettere a posto” e che, poi, quello successivo si prepari a consegnare tutto al mercato. Ricordiamo che il Governo Conte ha salvato con 1,5 miliardi BdM per provare a ricostituire un progetto di Banca del Sud, quella che una volta era la Cassa del Mezzogiorno. Non possiamo far finta che non esista ancora oggi una questione meridionale! La vicenda di Mediocredito e della Banca del Mezzogiorno non può essere separata da quella della ex Banca Popolare di Bari. Ci sono circa 70.000 azionisti che hanno perso i risparmi di una vita dopo averli investiti nella Popolare di Bari e che aspettano ancora giustizia. Il Movimento 5 Stelle lo ha ribadito in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, negli incontri con i comitati indipendenti degli azionisti ed in quello del 19 novembre u.s. tenuto con i rappresentanti sindacali aziendali e Provinciali della FABI di Potenza: non è accettabile che, dopo un salvataggio pagato con le risorse delle cittadine e dei cittadini, lo Stato si limiti, adesso, a ripulire i conti per poi preparare la privatizzazione, abbandonando risparmiatori e lavoratori. E mentre il Paese assiste al nuovo risiko bancario, al Sud si chiudono sportelli e si scarica il costo sociale sulle comunità. E qui la responsabilità regionale è evidente: Bardi e la sua Giunta smettano di fare gli spettatori del Governo Meloni. La Basilicata non può essere sacrificata in silenzio. Pretendiamo lo stop alla privatizzazione, tutele vere per lavoratrici e lavoratori e una garanzia di presìdi bancari nei territori dove oggi si abbassano le serrande.
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