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Matera ricorda l’Insurrezione del '43, da Latronico un omaggio ai caduti e un monito per il futuro

"È facile commemorare, più difficile è riconoscere i germi del totalitarismo quando si presentano sotto nuove vesti. È facile indignarsi per le guerre lontane, più difficile è assumersi la responsabilità di costruire quotidianamente una società giusta ed equa anche nei nostri contesti locali, sociali, politici", ha detto l'assessore regionale Cosimo Latronico

Matera ricorda l’Insurrezione del '43, da Latronico un omaggio ai caduti e un monito per il futuro

l'assessore Latronico

Questa mattina, in occasione dell’82° anniversario dell’Insurrezione di Matera, si è svolta la tradizionale cerimonia di commemorazione dei caduti del 21 settembre 1943, giornata che segnò l’alzata in piedi di un popolo contro l’oppressione nazifascista e che consegnò Matera alla storia come la prima città del Mezzogiorno a ribellarsi in armi. Alla presenza delle istituzioni civili, militari e religiose, l’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico, ha partecipato alla celebrazione rendendo omaggio ai 26 caduti – tra cui 18 civili – che sacrificarono la propria vita per difendere la dignità e la libertà della comunità materana. “Ci ritroviamo oggi – ha detto Latronico – per rendere onore ad una pagina della nostra storia scritta con il coraggio, con il sangue e con la dignità di uomini e donne che, nel momento più oscuro del nostro Paese, seppero dire no alla violenza. Matera, il 21 settembre 1943, non aspettò ordini, non cercò scuse: scelse di alzarsi in piedi. E lo fece con le proprie forze, con le proprie donne e i propri uomini. È un messaggio che non appartiene solo alla memoria, ma che deve guidare le nostre scelte anche oggi”. Riflettendo sull’attualità, l’assessore ha sottolineato: “Viviamo tempi complessi, in cui le 59 guerre in atto e le persecuzioni continuano a seminare dolore e distruzione in molte parti del mondo. Ricordare l’insurrezione di Matera significa rifiutare ogni forma di indifferenza e riaffermare l’impegno a difendere la democrazia, educare alla pace, promuovere i diritti umani. Ogni volta che accettiamo l’odio o il razzismo, tradiamo la memoria di chi ha perso la vita per garantirci libertà. La nostra regione sente forte la responsabilità di custodire questa eredità morale, traducendola in impegno civile e sociale quotidiano”. Infine, un monito rivolto soprattutto ai più giovani: “Matera ci ha insegnato che la dignità è più forte della paura e che la giustizia può vincere sulla violenza. Ai ragazzi dico: fate vostra questa lezione, perché la libertà non è mai un bene acquisito una volta per tutte, ma un bene che va difeso, custodito e rinnovato con responsabilità”.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione delle corone di alloro al Monumento ai Caduti e con il Gran Concerto Bandistico di Nova Siri.

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