IL MATTINO
Il caso
24.09.2024 - 20:24
L'inaugurazione della struttura alberghiera nel Chiostro delle cererie a Matera alla presenza del vescovo
«Dubbi sulle firme nella coop per richiedenti» titolava l'altro giorno la Gazzetta del Mezzogiorno. La vicenda riguarda una coop di Potenza, la Filef, che nel Materano si occupa di accoglienza con diverse strutture dislocate sul territorio: tra Pisticci, Calciano e Montescaglioso. La Gazzetta ha mostrato in foto un registro con apparenti segni di taroccamento. Ma è dalle chat tra gli stessi operatori della cooperativa che sembra essere arrivata la conferma. «C'è una quantità enorme di firme false che gli operatori mettono», avrebbe scritto una delle operatrici, aggiungendo pure che sarebbe «evidentissimo che sono false». E sempre nella stessa chat c'è chi ricorda come «in altre cooperative sono partiti procedimenti penali proprio per la gestione delle firme che erano palesemente fake». E scrive: «Se me ne accorgo io se ne accorgeranno a maggior ragione in Prefettura quando faranno i controlli e speriamo se ne escano con il solito annullamento e niente di più». Messaggi che scorrono come confessioni stanche di chi sa di essere parte di un meccanismo marcio ma non ha né la forza né la volontà di fermarlo. «Il solito annullamento». Un grande spettacolo, dove tutti sanno come finisce la trama, ma nessuno osa cambiare la sceneggiatura. In pratica le firme su quei registri attesterebbero la presenza dei migranti e quindi sono condizione necessaria per ottenere il pagamento della diaria giornaliera. Non solo. Circola un file audio. La voce sarebbe del direttore di una delle strutture, che ha un parente in Prefettura (in passato alla guida dell'area che si occupa dell'accoglienza e che ora, probabilmente per evitare conflitti d'interesse, svolge un altro ruolo), e che tranquillizza gli operatori che all'indomani non ci sarebbe stato un controllo del quale avevano avuto notizia. Ma quella scoperta dalla Gazzetta non sembra essere l'unica anomalia. C'è una comunicazione della Prefettura alla Filef dalla quale si evince che pure i locali denominati Il Chiostro delle cererie, siti a Matera (e di proprietà della Diocesi), che avrebbero dovuto accogliere migranti non erano ancora nella piena disponibilità della Filef quando è stato affidato il servizio di accoglienza in Convenzione. All'inaugurazione dell'attività alberghiera nel chiostro partecipò il vescovo di Matera, il cui amministratore era lo stesso uomo che poi è diventato il direttore del centro d'accoglienza. L'affidatario del Chiostro delle cererie, dopo aver ripreso dal gestore dell'albergo la struttura il 3 gennaio 2024 ha stipulato un contratto di prestazioni alberghiere fino a maggio 2024 con Filef. La Filef a maggio 2024 viene diffidata e non lascia la struttura. La coop che ha il contratto con la Diocesi comunica alla Prefettura che il contratto era scaduto. La Prefettura a quel punto comunica che le era stato fornito un contratto con scadenza dicembre 2024 e non a maggio 2024, ma chiede comunque alla coop di assicurare il servizio fino al 31 dicembre. Filef scavalca la coop affidataria dei locali rivolgendosi alla Diocesi. E chiede di poter usare ancora il chiostro come Cas. La Diocesi acconsente. Una strana triangolazione, Filef-Diocesi-Prefettura, che ha un unico risultato: i migranti restano nel Chiostro delle cererie. Non solo, le autorità continuano a inviarne ulteriori. Nonostante i registri con le firme da ricontrollare e nonostante la storia del contratto.
edizione digitale
I più letti
Il Mattino di foggia