IL MATTINO
La mostra
07.04.2024 - 12:04
Uscendo dal convento di Santa Maria degli Angeli, ci rimane attaccata addosso quella sensazione di leggerezza che solo uno sguardo ironico e disincantato accompagnato da una tecnica da Maestro e da una intelligenza creativa senza pari, ci può regalare. Una visita a Vieste val bene un viaggio.
Dopo il successo registrato dalla mostra dedicata a Banksy, quest’anno il Comune di Vieste raddoppia l’appuntamento estivo con il Contemporaneo e, puntando sempre sulla collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura e la galleria d’arte foggiana di Giuseppe Benvenuto, debutta con una monografia su Andy Warhol ospitata presso il castello svevo aragonese mentre “giù a mare” presso la sede del museo civico archeologico “M. Petrone”, si possono ammirare gli accattivanti scatti del genio della fotografia Oliviero Toscani.
In quest’ultima sede espositiva, il connubio tra l’affaccio sul porto, le collezioni archeologiche e il layout della sequenza di foto iconiche dell’artista, ci trasporta in un mondo di forti contrasti e di altrettanto interessanti suggestioni. Un mix and match estremamente godibile, con l’occhio chiamato a perdersi tra la monografia di “Professione Fotografo” e gli scorci sulla darsena che qua e là ci fanno intravedere gli scenari naturali di cui è pregna la “perla del Gargano”. L’esposizione riporta in mostra la carriera artistica di Toscani, dalle origini con gli spunti formativi che aveva già avuto modo di cogliere in famiglia (il padre, Fedele Toscani è stato un fotoreporter del Corriere della Sera mentre suo cognato Aldo Ballo, fu uno dei fondatori del celebre studio Ballo&Ballo, ndr.), alle prime esperienze nella New York degli anni d’oro della Pop Art. Di questo periodo sono esposte le foto realizzate per Andy Warhol, immortalato con amici e collaboratori della celebre Factory, o da solo, con sguardo intenso ed aria sbarazzina, in posa per la campagna pubblicitaria del marchio di moda Iceberg. Da qui anche una sezione dedicata all’esperienza nel mondo della Moda con l’agenzia Harper, per approdare alle campagne pubblicitarie del marchio Benetton che lo hanno reso famoso agli occhi del mondo, grazie alla trasposizione delle sue opere irriverenti e ricche di messaggi sociali (l’omosessualità, l’HIV, la discriminazione razziale, i temi ecologisti), su magliette e bag in tela del brand trevigiano, ma anche dimensionate con gigantismo negli indimenticati cartelloni pubblicitari sei per tre.
Stupisce nell’allestimento per sezioni, voluto dall’ottimo Benvenuto, la modernità del fotografo in simultaneità con il Contemporaneo, una figura di vero e proprio pioniere non solo per le tematiche trattate ma anche per le inquadrature, gli sfondi monocromi, le cangianti distorsioni cromatiche, ma emerge anche una qualità di vaticinio nel profetizzare una serie di nuove istanze artistiche e creative, mai scevre dalla riflessioni sulle dimensioni della vita. Ad ogni modo è la personalità di Toscani a intridere in filigrana tutti gli scatti e a farci rivivere un po’ della golden age italiana degli anni Ottanta e Novanta, quando tutto sembrava facile, e quando l’intraprendenza di geni come lui, faceva ben sperare per l’avverarsi di uno scenario nuovo, libero e spensierato per il nostro Paese. Adesso, per qualcuno che ha vissuto il fulgore di quegli anni, può sembrare una sorta di “operazione nostalgia”, ma per i ragazzi che si avvicinano alla sua monografia non resterà che lo stupore nello scoprire che quarant’anni fa Toscani era più trasgressivo di tanti artisti di oggi e che tra storia e propaganda, spesso a venir meno è proprio la memoria.
Uscendo dal convento di Santa Maria degli Angeli, ci rimane attaccata addosso quella sensazione di leggerezza che solo uno sguardo ironico e disincantato accompagnato da una tecnica da Maestro e da una intelligenza creativa senza pari, ci può regalare. Una visita a Vieste val bene un viaggio.
Calendario e le date sono disponibili online sui canali ufficiali del Comune di Vieste, Polo Culturale e Vieste Cultura.
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