IL MATTINO
L'iniziativa
12.06.2020 - 11:22
“Nonostante l’uniforme si sia riposata ben piegata nei nostri cassetti – dice don Giulio Dal Maso, sacerdote scout - la promessa di aiutare il prossimo in ogni circostanza, è balzata nascostamente sul petto dei nostri ragazzi, che in diversi modi, e in tutto il territorio regionale, si sono attivati per andare incontro alle esigenze del momento"
Sono stati impegnati nel confezionare pacchi viveri, nella consegna a domicilio di spesa alimentare, prodotti di prima necessità e farmaci. Attualmente collaborano con i parroci nella gestione delle varie funzioni religiose e nelle modalità di accesso alle chiese dei fedeli. Questa emergenza sanitaria non ha trovato impreparati i ragazzi e le ragazze dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (Scout d’Europa-FSE) della Puglia.
“Sebbene – spiega Alessia Cannone, responsabile degli Scout d’Europa-FSE per la Puglia – la nostra Associazione, come del resto tutte le altre, sia stata ufficialmente chiusa questa emergenze non ha trovato impreparati i nostri scout. Il motto degli scout è 'Siate pronti'. E noi siamo stati pronti e in prima linea come accaduto ogni volta che in Italia c’è stata un’emergenza. Questa volta lo abbiamo fatto singolarmente. Ogni ragazza e ragazzo dell’Associazione si è adoperato volontariamente collaborando, in tutto il territorio regionale con la protezione civile, con le altre associazioni di volontariato e con le parrocchie”.
Come evidenzia Alessia al principio c’è stato qualche momento di smarrimento tuttavia, come altre volte è già accaduto, i vari capi dei gruppi della regione hanno dato via ad una nuova forma di scautismo. Non si poteva uscire nei boschi, che è la principale attività degli scout e cosi si sono inventate nuove attività. “Abbiamo realizzato – continua Alessia – anche veglie di preghiera, via crucis pasquali e altri incontri utilizzando i mezzi della tecnologia e dei social. Tutto sempre con il contributo e il supporto delle famiglie dei nostri ragazzi”.
“I nostri scout – dice don Pasquale Cotugno, assistente del distretto Puglia – in tutta la regione hanno svolto azioni di solidarietà a favore della popolazione. Da me a Cerignola hanno collaborato con i volontari della Caritas diocesana nella preparazione dei pacchi viveri aiutando anche la protezione civile nella distribuzione alle famiglie. In questa emergenza abbiamo aiutato, solo a Cerignola, più di 1400 famiglie. Inoltre le ragazze nel periodo della quarantena a casa, hanno preparato sacchetti di zucchero per distribuire i quintali di prodotto che abbiamo avuto in dono”.
“Anche se l’Associazione ufficialmente – continua don Pasquale – era chiusa i nostri scout, in tutta la Puglia, hanno partecipato a queste attività singolarmente e spontaneamente. Perché al di là dell’uniforme e del fazzolettone si è scout sempre”.
Come ha spiegato Alessia Cannone i ragazzi dai 16 ai 21 anni (rovers e scolte) hanno aiutato le varie associazioni di protezione civile nella realizzazione di pacchi di viveri ma anche andando a fare la spesa o ad acquistare le medicine e altre beni di prima necessità soprattutto ad anziani e a persone sole impossibilitate ad uscire di casa. I più piccoli, dagli otto ai sedici anni – lupetti, coccinelle, esploratori e guide – pur rimanendo nelle loro abitazioni hanno anche dato il loro contributo, anche con una semplice telefonata a qualche persona che sapevano essere da sola in casa. “Vorrei anche ricordare – ha continuato la responsabile locale – che conosco anche molti medici e infermieri della nostra Associazione che sono stati in prima linea nei reparti Covid dei vari ospedali della Puglia come nel resto d’Italia. Tutti i nostri ragazzi si sono impegnati sacrificando parte del loro tempo donandolo ai meno fortunati”.
“Nonostante l’uniforme si sia riposata ben piegata nei nostri cassetti – gli fa eco don Giulio Dal Maso, sacerdote scout - la promessa di aiutare il prossimo in ogni circostanza, è balzata nascostamente sul petto dei nostri ragazzi, che in diversi modi, e in tutto il territorio regionale, si sono attivati per andare incontro alle esigenze del momento. Nella solitudine imperante delle strade deserte, come alcune case di persone abbandonate a se stesse, da parenti troppo lontani o da accompagnatori momentaneamente ‘fuori servizio’, è sbocciata la presenza degli scout. La maggior parte del bene operato dai “nostri” ragazzi sono convinto che sia rimasto sommerso, nella intima discrezione di una buona azione nota solo ai diretti interessati. Ed è bello così”.
Adesso, anche per lo scautismo è iniziata la Fase 3 anche se molte attività come i campeggi ancora non si potranno fare. “Però- conclude Alessia – piano piano stiamo tornando ad indossare le nostre uniformi, il nostro fazzolettone. Certo il profumo del fuoco dei nostro campi è ancora lontano ma, qualcosa inizia a sentirsi”.
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