IL MATTINO
Come ogni anno la compagnia degli In…certi torna all’antico per raccontare il presente
15.06.2019 - 12:57
Lo scorso mercoledì 12 giugno è andato in scena al Teatro “U. Giordano” di Foggia lo spettacolo di fine anno del liceo classico “V. Lanza” che ha messo in scena una rivisitazione della tragedia greca “Troiane”. Era il 415 a.C. quando il tragediografo Euripide si aggiudicò il secondo premio agli agoni drammatici di Atene con “Troiane”. Era in corso la guerra del Peloponneso, una guerra che durò trent’anni e che sfiancò Atene, dopo la quale la città di Pericle non sarebbe stata più la stessa, perdendo quella supremazia che l’aveva caratterizzata per più di mezzo secolo. Così era necessario un dramma che parlasse di guerra e quale guerra se non la Guerra delle guerre, la più ricordata nell’immaginario collettivo dei Greci, ovvero la guerra di Troia? Ma Euripide fa di più: non racconta dei vincitori, bensì dei vinti e lo fa – scelta ancora più ardita – dando la parola alle donne, ossia a quella categoria sociale che nell’antichità non aveva diritto di parola nella società. Ma a teatro sì. La tragedia per le sue tematiche ‘universali’, così come è universale e sempre attuale il teatro greco, è stata messa in scena innumerevoli volte e questa volta è toccato agli alunni e alle alunne del liceo classico Lanza di Foggia. La pièce, per la sapiente regia di Michele D’Errico (che da anni dirige la compagnia degli In…certi) e la direzione artistica della prof.ssa Mariolina Cicerale, ha toccato, grazie alla brillante rivisitazione, le corde dell’animo umano, facendo riflettere la platea su tematiche quali le atrocità della guerra, l’avidità dell’animo umano, la sottomissione, l’ingiustizia e, soprattutto, ha funto da ulteriore 'formazione' per gli studenti del liceo che, al di fuori delle aule scolatiche, hanno potuto, grazie all'interpretazione, sviscerare e analizzare a fondo l'antico. Tematiche sempre attuali, poiché se è vero come dicevano gli antichi, mutatis mutandis, cambiano i ruoli, cambiano i popoli ma il ‘dolore’ non cambia; così come non cambia la brutalità e l’arroganza dei vincitori. Ora come allora, Euripide ci insegna che il ruolo di ‘vinti’ potrebbe toccare a tutti, che ciò che succede ad altri uomini e donne non ci è (e non deve esserci) estraneo. Si badi che in scena non c’è una guerra (che è stata già combattuta) ma le sue conseguenze, seguite - attraverso le parole delle donne da sempre depositarie della saggezza del focolare - dalla riflessione dell’insensatezza di ogni conflitto bellico. Donne che urlano, donne che subiscono, donne che piangono, le cui lacrime possono solo essere asciugate solo da altre donne: le Troiane sono anche la tragedia della solidarietà femminile, in un mondo dove vige la legge del più forte. Eppure, quella che abbiamo visto sulla scena del teatro Giordano, non è la tragedia della rassegnazione, le Troiane di Michele D’Errico e del Liceo Lanza sono donne che hanno perso tutto ma non la ‘dignità’; nel dolore più cupo Ecuba, Andromaca, Cassandra non si fanno schiacciare dalla disperazione e continueranno a sopravvivere grazie al ‘ricordo’, poiché finché ce ne sarà memoria la loro ‘storia’ e ciò che sono state non potrà essere cancellato.
Cast:
ECUBA Angelica Stelluto
CASSANDRA Beatrice Di Leo
ANDROMACA Chiara Ferrazzano
ELENA Benedetta Curato
POLISSENA Alice Sammartino
TALTIBIO Nicolò Manfredi Farina
MENELAO Andrea Tosches
CORO: Marta Andreano, Cristina Caione, Vittoria Chieca, Giulia Ciasulli, Barbara Corso, Luca Gimmelli, Antonio Leoce, Elena Lombardo, Alfonsina Marella, Alessia Minese, Flavia Parrella, Francesca Pia Santoro, Angelica Stelluto
SOLDATI: Gianmarco Bucci, Svevo De Bellis, Michelangelo Forgione, Pietro Messina, Francesco Notarangelo, Giuseppe Spallone
Foto gentilmente concesse da Maria Teresa Perrino e dalla pagina FB del Lanza-Perugini
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Il Mattino di foggia