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La denuncia politica

Monti Dauni, Ruberto: la ricchezza dell'eolico se la porta il vento, lungo le strade impossibili

Alla guida del "Club Liberal Monti Dauni", l'avvocato di Rocchetta Sant'Antonio, sollecita «la richiesta dello stato di calamità ed emergenza per i dissesti cui sono soggette moltissime arterie provinciali»

«Potremmo essere la Dubai delle rinnovabili, invece ci troviamo a non poter neppure percorrere le vie che ci portano a casa o nelle aree rurali per il lavoro», dice Ruberto.

Con tutta l'energia eolica prodotta, i Monti Dauni potrebbero essere la Dubai della Capitanata. A sostenerlo è l'avvocato di Rocchetta Sant'Antonio Luigi Ruberto, alla guida del "Club Monti Dauni". «Se, di fatti, l’area dei Monti dauni fattura per le multinazionali del vento miliardi di euro e dunque contribuisce al pil nazionale in modo rilevante con il suo territorio, perché non riceve le stesse attenzioni politiche e gli opportuni trasferimenti finanziari? L’unica strada per ridare dignità all’ area dei Monti è chiedere lo stato di calamità ed emergenza per i dissesti cui sono soggette moltissime arterie provinciali, questo consentirebbe di accedere a procedure e finanziamenti statali non ricompresi nei trasferimenti ordinari, visto anche le previsioni di spesa per i dissesti annunciate dal Governo Conte», suggerisce Ruberto.  «Bisognerebbe riaprire tutte le convenzioni eoliche e destinare parte dei fondi alla viabilità di queste aree. Dovremmo avere strade lastricate d’oro e, invece,  così non è; si dirà che non è possibile, invece tutto è possibile: si cambia le legge, anche per evitare che  la colonizzazione continui. Cè da costruire le opportune sinergie politiche ed economiche, lavorando anche per preparare una classe dirigente negli enti locali all’altezza e un corpo elettorale sempre più consapevole dei problemi e delle vere soluzioni, perché gli uni sono lo specchio dell’altro», conclude Ruberto.

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