IL MATTINO
12.04.2016 - 10:57
Secondo quanto raccontato da La Pomarda, il movente sarebbe riconducibile a recenti litigi di confine nei terreni gestiti dalla vittima e dall’aggressore in agro di Mattinata, sfociati dapprima in minacce e poi nel tentato omicidio. Tra l’altro recentemente l’auto del genitore dell’aggressore è stata attinta da colpi di arma da fuoco ad opera di ignoti.
I contorni intorno ai quali si delinea il tentato omicidio di giovedì scorso a Mattinata, riflettono quello che il triviale modus operandi sul Gargano, ovvero i problemi legati allo sconfinamento dei pascoli si risolvono imbracciando il fucile e facendo fuoco. Nel caso di specie, però, lo sgarro legato al pascolo è stato risolto a colpi d'ascia. Ad organizzare il "raid punitivo" sono stati Andrea Quitadamo, 26enne, Fabio Pio Di Mauro, 22enne e Bartolomeo La Pomarda, 21 anni, tutti sottoposti a fermo con l'accusa di tentato omicidio nei confronti di Antonio Pio Prencipe. Giovedì sera, lo ricordiamo, verso la mezzanotte Antonio Pio Prencipe, ricoverato in prognosi riservata alla Casa Sollievo della Sofferenza, stava bevendo una birra ad un tavolino di una pizzeria che si trova nella centralissima Corso Matino a Mattinata. Poco dopo è giunta una Fiat 16 dalla quale sono scese tre persone, una delle quali, La Pomarda, appunto, impugnava un'accetta. I tre dopo un breve diverbio sono passati alle vie di fatto, colpendo la vittima al volto e al torace. A quel punto Quitadamo, La Pomarda e Di Mauro sono fuggiti via mentre Prencipe si è rifugiato nel bar con il volto ricoperto di sangue. E' scattata la macchina dei soccorsi: in pochi istanti sono giunti sul posto i sanitari del 118 e una pattuglia dei carabinieri. L'uomo è stato trasportato d'urgenza al nosocomio di San Giovanni Rotondo, dove è tuttora ricoverato, fortunatamente non è più in pericolo di vita. Mentre i militari hanno acquisito le immagini di una telecamera di sicurezza posta nelle vicinanze di un'abitazione di Via Matino. I tre sono stati chiaramente riconosciuti dai carabinieri che si sono posti immediatamente sulle loro tracce. Nello specifico presso l'abitazione di Quitadamo è stata individuata una Fiat 16 di colore bianco, mentre durante una battuta di ricerca il giovane è stato fermato nelle zone rurali che circondano Mattinata. Di fronte alla cattura Quitadamo ha ammesso ogni sua responsabilità facendo anche i nomi dei due complici. Subito dopo i militari hanno rintracciato Di Mauro che nel frattempo si era rifugiato a casa. All'appello mancava solo Bartolomeo La Pomarda, colui il quale ha materialmente impugnato l'accetta e colpito Prencipe. Infine, nelle prime ore del nove aprile, un Poliziotto di origini mattinatesi, dipendente del Commissariato di Manfredonia, libero dal servizio, mentre si trovava nelle campagne di Mattinata ha notato il ragazzo che si aggirava con fare smarrito. Il poliziotto si è avvicinato chiedendo spiegazioni sulla sua presenza in quelle zone di campagna e questi gli confessava di essere l’autore del tentato omicidio avvenuto qualche giorno prima in Mattinata e di essersi sinora sottratto alla cattura da parte dei Carabinieri, ma aggiungendo di voler chiarire la sua posizione in merito alla vicenda. Secondo quanto raccontato dal giovane, il movente sarebbe riconducibile a recenti litigi di confine nei terreni gestiti dalla vittima e dall’aggressore in agro di Mattinata, sfociati dapprima in minacce e poi nel tentato omicidio. Tra l’altro recentemente l’auto del genitore dell’aggressore è stata attinta da colpi di arma da fuoco ad opera di ignoti.
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