IL MATTINO
marchionne
25.07.2022 - 09:46
L’infanzia in Abruzzo, gli anni trascorsi in Canada. Ritenuto un genio dell'Automotive oltreoceano e allo stesso tempo duramente criticato in Italia. Nel 2003 fu chiamato da Gianni Agnelli per provare a risollevare le sorti del Gruppo. Dall’accordo con Barack Obama con cui ha salvato Chrysler al rilancio del marchio Fiat con la 500 al centro del progetto riuscendo a quadruplicare le vendite in meno di 10 anni e la presidenza in Ferrari: «Voglio che la Fiat diventi la Apple dell'auto e la 500 sarà il nostro Ipod». In un’intervista nel 2011 rilasciata ad Ezio Mauro all’epoca direttore del quotidiano La Repubblica disse: «Mi ricordo i primi 60 giorni dopo che ero arrivato qui, nel 2004: giravo tutti gli stabilimenti e poi, quando tornavo a Torino, il sabato e la domenica andavo a Mirafiori, senza nessuno, per vedere le docce, gli spogliatoi, la mensa, i cessi. Ho cambiato tutto: come faccio a chiedere un prodotto di qualità agli operai e farli vivere in uno stabilimento così degradato?». Il 26 giugno del 2018 a Roma, l'ultima uscita pubblica del Ceo di Fiat Chrysler Automobiles per consegnare al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri una Jeep Wrangler. Per lui, figlio di un carabiniere, quell’appuntamento era irrinunciabile. «Mio padre era un maresciallo dei Carabinieri. Sono cresciuto con l’uniforme a bande rosse dell’Arma e ritrovo sempre i valori con cui sono cresciuto e che sono stati alla base della mia educazione: la serietà, l’onestà, il senso del dovere, la disciplina, lo spirito di servizio». È stato il congedo e l'ultimo discorso pubblico di Marchionne. «Non farò mai un accordo con i francesi di Psa, andremo avanti da soli», una delle sue ultime disattese volontà: Fca e Psa, nell’ottobre del 2019, annunciarono il progetto da cui è nata Stellantis
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