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Adozioni internazionali

L’ambasciatrice della Repubblica del Burundi a Roma, Espérance Ndayizeye, in visita al Gruppo di volontariato “Solidarietà”

Il saluto in lingua kirundi della piccola Claudine: «Oggi ai nostri genitori diciamo grazie perché ci hanno regalato il ruolo di figli loro! Noi ora siamo felici perché non abbiamo più paura del buio»

Un momento di straordinaria condivisione. Una frase che sembra il riassunto perfetto della due giorni organizzata in vista della visita di cortesia al Gruppo di Volontariato “Solidarietà” di Potenza dell’ambasciatrice della Repubblica del Burundi a Roma, Espérance Ndayizeye e del primo consigliere dell’ambasciata, Jean Bosco Ndinduruvugo. Il Burundi è un piccolo Stato africano, Paese d’origine di tanti bambini che vengono adottati in Italia grazie all’intervento del Gruppo di Volontariato “Solidarietà”. La visita dell’alta rappresentante testimonia la vicinanza degli uffici dell’ambasciata alle attività del gruppo potentino in campo di adozioni internazionali. La mattinata odierna ha rappresentato un vero e proprio “premio di riconoscenza” per la costanza del Gvs, attivo dal 1979 e al suo storico presidente Don Franco Corbo. È di qualche giorno fa la notizia dell’arrivo a Roma di nove bambini bloccati in Burundi per via delle restrizioni pandemiche che hanno potuto riabbracciare i loro neo genitori a Fiumicino. L’Ambasciatrice ha potuto confrontarsi con una delegazione di famiglie adottive i cui figli sono originari del Burundi. Minuti davvero intensi quelli dedicati da una bambina burandese che le ha dedicato il suo saluto con queste parole in lingua kirundi: «Siamo figli della stessa terra, quella terra rossa del Burundi in cui affondano le nostre radici. Non la dimenticheremo mai e sempre onoreremo anche le persone che come Lei la rappresentano nel mondo! Grazie al Gvs, abbiamo percorso il cielo per arrivare in Italia. Abbiamo lasciato persone conosciute, compagni e mani che ci hanno curato, e, non senza qualche difficoltà, abbiamo appreso nuove abitudini e una nuova lingua». Claudine, che da quattro anni vive a Potenza, continua raccontando il suo rapporto con l’Italia e con i nuovi genitori, esprimendo le proprie speranze verso il futuro, speranze che sembravano perdute in terra natia: «Il dato più importante però è stato aprirci alla vita in famiglia, esperienza sconosciuta per la maggior parte di noi. Oggi ai nostri genitori diciamo grazie perché ci hanno regalato il ruolo di figli loro! Noi ora siamo felici perché non abbiamo più paura del buio. Non siamo più soli e non allunghiamo più inutilmente le nostre mani alla ricerca dell’abbraccio di una mamma e di un papà. Adesso abbiamo chi ci accompagna nella vita, chi ci alza quando cadiamo, chi asciuga le nostre lacrime, che ride con noi, chi ci loda ed anche chi ci rimprovera perché vuole trasmetterci i valori che contano. Sotto lo sguardo di mamma e papà costruiremo il nostro progetto di vita ed anche il nostro Burundi sarà orgoglioso di noi». Oltre a Claudine ci sono state le testimonianza dei genitori che hanno comunicato la bellezza dell'esperienza adottiva, tutti i bambini hanno infine salutato con l'intonazione di un canto africano. Questa visita rappresenta il giusto ringraziamento verso anni di battaglie pacifiche nel riconoscere a questi bambini la gioia di un focolare. Sono infatti migliaia le adozioni realizzate che non si limitano alla sola Basilicata, sono invece davvero tante le famiglie italiane provenienti da tutte le regioni che si affidano al Gvs per poter essere accompagnati con le pratiche. Un riconoscimento prezioso che costituisce un ulteriore motivo di vanto per questo gruppo lucano che tanto ha dato, e darà, ai bambini del mondo.

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