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I pensieri dell'Altrove

Il coraggio del cuore

Riconoscersi nel mondo delle stesse strade sfortunate e difficili porta a stringere patti perversi per sopravvivere, sentirsi “uguali”

Il coraggio del cuore

La donna ha appena ventitre anni ed già madre di tre bambine. Mercoledì sera ha trovato una delle piccole di ventidue mesi in fin di vita, picchiata ferocemente dal suo compagno. Porta in ospedale la bambina, piange, mente sulla dinamica, dice che non è mai accaduto nulla, prima nonostante i medici rilevino morsi e lividi antecedenti all’accaduto. Io le credo, quando lei ripete che non si è accorta di nulla. Le credo, perché nel suo mondo fragilissimo di povertà e provvisorietà, di mancanza di riferimenti economici e morali, di severa sciatteria sentimentale e comportamentale, fra simili e ultimi ci si difende. Riconoscersi nel mondo delle stesse strade sfortunate e difficili porta a stringere patti perversi per sopravvivere, sentirsi “uguali” nei viaggi del disagio serve a non annegare tragicamente da soli, appunto. Serve per provare a se stessi che il vuoto non ha inghiottito solo la tua persona, ma anche qualcuno o qualcosa che chiami “amore” e, in un giorno lontano, in un’altra vita meno di merda, forse ti potrà salvare. Sconvolge, in questo momento storico, la ripetitività di azioni incommentabili e fuori da qualunque comprensione razionale, sconforta l’impennata di comportamenti violenti, spietati, contro i bambini, le donne, gli anziani. Come se una regia sotto traccia impedisse la necessità dell’essere civili e il bisogno di accogliere la pietà. Un filo di follia che pare il disinnesco di una malvagità compressa che sta esplodendo. Fermiamoci. Non so dire come, io non lo so. Sento però chiaramente una tensione generale, un aggravarsi di elementi deliranti che spaventano e destabilizzano. La storia degli uomini è complicata, la storia del dolore degli uomini è infinita, la storia delle solitudini degli uomini ha sbalzi iperbolici e ingestibili. Non so come ci potremmo salvare. Forse dovremmo imparare a respirare il coraggio del cuore, che anche nelle più terribili mareggiate cerca di salvare fino in fondo, fino all’ultimo battito, il valore più misterioso e meraviglioso che noi, vivi, chiamiamo ancora Vita. 

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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