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I Pensieri dell'Altrove

Tu, però, resta

Questi sono i giorni delle luci accese, luci da esterno, luci da interno, luci. Gli umani hanno bisogno di non stare sempre al buio

Tu, però, resta

Zhao Haoyi, "Friend" (piziarte.net)

I giorni delle luci ad intermittenza. Per tutti i miei amici, con un abbraccio dicembrino.

Resta qui. Per tutto un tempo fragile fammi compagnia. Non ti costringerò ad essere pensiero fermo, a sembrare servile o convincente, a me è sufficiente avere la certezza della percezione. Resta, anche se vuoi nasconderti per pudore dietro ad uno spigolo di cuore, a me basta sentire che la mia aria non si senta sola. Questi sono i giorni delle luci accese, luci da esterno, luci da interno, luci. Gli umani hanno bisogno di non stare sempre al buio, di non avvertire solo le ombre o le penombre, hanno bisogno di confinare la paura ai lati di un fascio di luce, hanno insicurezze che vivono di vita propria, hanno il tempo che schiaccia le ossa, hanno gli occhi che cercano il sole. La luce. Per vedere meglio, per accertarsi dei passi sulla terra che calpestiamo, per riconoscersi, per rinforzare gli anticorpi. Resta qui, come resta questo raggio sottile e perfetto, silenzioso ma presente, dritto senza sbavature nel disegno, simile ad un taglio inciso nell'aria che però non fa male. In questo momento basta la sensazione, la felicità è lontana e neppure sto a cercarla, forse l'ho anche scordata oppure l'ho appena schivata, chissà. Ci si accorge di averla incontrata solo quando ci ha già lasciati, perché poi è un attimo corto, giusto quel tanto per dare ossigeno al cuore, averne troppa non è mai accaduto. Forse teme di farci del male, forse pensa che potremmo diventare ingordi. Ma io sto bene così, so che posso stare meglio solo accelerando volontariamente i pensieri leggeri o potenziando le distrazioni spostandole da un fatto che fa stare male ad un'immagine senza troppe complicazioni che fa stare così-così. Tu, però, resta. Ancora un po', aspetta che io dorma o che faccia finta di dormire. Quando, appena un po' più in fondo, avrò il respiro regolare ed il raggio sarà diventato già un nuovo ricordo da sistemare, quando dentro di me ti sentirò particella calda, quando mi sarò consegnata a me stessa e la stanchezza mi terrà le mani io ti lascerò andare. Arriverà un tempo in cui il mio momento dovrà imparare ad essere pieno anche da solo, il mio pensiero ritornerà piatto e conosciuto, familiare ed ordinario. E ci saluteremo, in un abbraccio denso di assenza senza brutali nostalgie.

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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