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Tutto il potere della D: la vitamina che proviene dalla stessa stella anti-Covid

La vitamina-D ha molteplici effetti protettivi sulla salute. E, come suggerito dalla letteratura scientifica, è utile nella prevenzione di numerose malattie cronico-degenerative.

Tutto il potere della D: la vitamina che proviene dalla stessa stella anti-Covid

Tra le tre fonti principali di vitamina D (alimenti, luce solare e integratori) qual è la migliore?

La vitamina-D ha molteplici effetti protettivi sulla salute ed è utile in particolare nella prevenzione delle malattie cronico-degenerative, come suggerito dalla letteratura scientifica. [1-2] La luce solare agisce su una forma di colesterolo nella pelle (7-deidrocolesterolo) per convertirlo in colecalciferolo, il nome chimico della vitamina D3. La vitamina D3 arriva al fegato dove un enzima lo converte in 25-(OH)-D. Il 25-(OH)-D va al rene dove un enzima lo converte in 1,25-diidrossicolecalciferolo (1,25-diidrossivitamina-D), l'ormone attivo.

Se consumiamo alimenti contenenti vitamina D3 (pesce e carne, che ne hanno in quantità molto piccole o latte fortificato) o vitamina D2 da piante, lieviti o integratori, questi viaggiano nel sangue fino al fegato dove subiscono gli stessi passaggi metabolici. Ciò significa che ci sono tre fonti di vitamina-D: 1) una è la luce solare sulla pelle: produce migliaia di UI (unità internazionali); 2) l’altra è costituita dagli alimenti, ma questi contengono poca vitamina-D; 3) l’ultima è quella degli integratori: le dosi variano molto, ma quelle elevate non sono raccomandate dalla maggior parte delle autorità sanitarie, perché possono indurre risposte iperimmuni e quindi non è buona idea assumerli.

Veniamo alla dose giornaliera: quella comunemente raccomandata per la vitamina D è di 400-600 UI. Ebbene, la luce solare sulla pelle è di gran lunga il modo migliore per ottenere la vitamina D. Una buona esposizione al sole, in particolare tra le ore 10:00 e le 15:00, induce una produzione di vitamina D che può durare nel plasma il doppio rispetto a quella assunta con gli alimenti o con gli integratori.  Inoltre, se l'esposizione al sole produce un leggero rossore, la quantità di vitamina D prodotta equivale ad ingerire 10.000-25.000 UI. Nel Regno Unito, uno studio ha trovato che 13 minuti di esposizione alla luce solare a mezzogiorno durante l'estate, solo tre volte alla settimana, mantiene livelli ottimali di vitamina D plasmatica negli adulti bianchi [3]; altri studi hanno dimostrato che 30 minuti di esposizione al sole estivo di mezzogiorno a Oslo equivalgono all’assunzione di 10.000-20.000 UI di vitamina D. [4-6]

Come si collega tutto ciò all’epidemia Covid-19? Finora, non abbiamo studi clinici randomizzati e controllati sugli effetti degli integratori di vitamina D in pazienti con Covid-19 o studi prospettici a più lungo termine. Nell'attesa di questi risultati, godiamoci il ​​sole!

Bibliografia.

1 . Holick MF. The vitamin D deficiency pandemic: Approaches for diagnosis, treatment and prevention. Rev Endocr Metab Disord. 2017;18(2):153‐165. doi:10.1007/s11154-017-9424-1.

2 . Zmijewski MA. Vitamin D and Human Health. Int J Mol Sci. 2019;20(1):145. Published 2019 Jan 3. doi:10.3390/ijms20010145 

3 . Lesley E. Rhodes, Ann R. Webb, Heather I. Fraser, Richard Kift, Marie T. Durkin, Donald Allan, Sarah J. O'Brien, Andy Vail, Jacqueline L. Berry. Recommended Summer Sunlight Exposure Levels Can Produce Sufficient (≥20ngml−1) but Not the Proposed Optimal (≥32ngml−1) 25(OH)D Levels at UK Latitudes. J Invest Dermatol. 2010 May;130(5):1411-8. doi: 10.1038/jid.2009.417. Epub 2010 Jan 14.

4 . Sem SW, Sjøen RJ, Trygg K, Pedersen JI. Vitamin D status of two groups of elderly in Oslo: living in old people's homes and living in own homes. Compr Gerontol A. 1987;1(3):126‐130.

5 . Henriksen C, Brunvand L, Stoltenberg C, Trygg K, Haug E, Pedersen JI. Diet and vitamin D status among pregnant Pakistani women in Oslo. Eur J Clin Nutr. 1995;49(3):211‐218.

6 . Knutsen KV, Brekke M, Gjelstad S, Lagerløv P. Vitamin D status in patients with musculoskeletal pain, fatigue and headache: a cross-sectional descriptive study in a multi-ethnic general practice in Norway. Scand J Prim Health Care. 2010;28(3):166‐171. doi:10.3109/02813432.2010.505407

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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