IL MATTINO
Forever
24.11.2019 - 10:45
Ecco cosa suggerisce la letteratura scientifica: 1) mantenere un peso sano; 2) mangiare correttamente; 3) fare attività motoria; 4) non fumare; 5) vaccinarsi contro l’influenza. Ovviamente, i suggerimenti non sono alla “carta”, un “menù” dal quale scegliere a proprio piacimento quelli da seguire o tralasciare.
Caro lettore, come abbiamo avuto modo di leggere nell’articolo di domenica scorsa della mia rubrica settimanale, diversi studi hanno temperato l'entusiasmo per l'uso dell'aspirina nella prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari. Per comprendere meglio questa associazione negativa tra l’assunzione di aspirina e le malattie cardiovascolari, recentemente alcuni ricercatori hanno cercato di identificare i sottogruppi di pazienti per i quali i benefici dell'aspirina potrebbero superare i danni. [1]
E per indagare tale ipotesi, hanno derivato modelli statistici che mostravano i tassi effettivi osservati a 5 anni di malattia cardiovascolare e sanguinamento - secondo i predittori di rischio individuali - in un'ampia coorte di assistenza primaria (fascia di età 30-79 anni) senza uso di aspirina. Quindi, gli Autori di questo importante studio hanno stimato in che misura l'aspirina può ridurre il rischio di malattia cardiovascolare (CVD) ed hanno riportato il rischio di sanguinamento in 250.000 pazienti in un database. Lo studio è stato condotto ipotizzando una riduzione del rischio dell'11% di malattia cardiovascolare (CVD) ed un aumento del rischio superiore al 43% di sanguinamento rispetto al placebo. Questo studio, come i precedenti, conferma che la maggior parte dei pazienti non beneficia dell'aspirina nella prevenzione primaria. Mentre, suggerisce che una piccola minoranza di pazienti ad alto rischio di malattia cardiovascolare ed a basso rischio di sanguinamento potrebbe ancora trarne beneficio. Tuttavia, anche tra i soggetti con un rapporto favorevole tra rischio/beneficio, la probabilità di un beneficio è minima (circa 4 soggetti per 1000 mille trattati con aspirina).
Pertanto, la validità del presupposto che l'aspirina possa ridurre il rischio relativo di malattia cardiovascolare a 5 anni dell'11%, indipendentemente dal rischio di base o dall'uso di altri farmaci preventivi come le statine, non è ancora chiara. [2] Mentre, è abbastanza chiaro che per la prevenzione primaria dell’infarto del miocardio è bene: 1. mantenere un peso sano; 2. mangiare correttamente, ad esempio, seguendo il modello alimentare della dieta mediterranea; 3. fare attività motoria; 4. non fumare; 5. vaccinarsi contro l’influenza [3] Ovviamente, i suggerimenti non sono alla “carta”, un “menù” dal quale scegliere a proprio piacimento quelli da seguire o da tralasciare.
Per la vaccinazione antinfluenzale, menzionata al punto 5, consiglio di leggere quanto suggerisce il Prof. Pier Luigi Lopalco* “La vaccinazione contro l'influenza ha dimostrato di avere un'efficacia nel prevenire l'infarto del miocardio in un range di valori paragonabile a quella di interventi ben più noti come la cessazione del fumo o la terapia con farmaci utilizzati per abbassare il colesterolo (le statine) o la pressione. Con la differenza che questi farmaci devono essere assunti ogni giorno, mentre la vaccinazione si fa una volta l'anno e costa molto ma molto meno.” [3]
Note
* Pier Luigi Lopalco, epidemiologo: “NON TUTTI SANNO CHE...“ (Dal post Facebook del 9 novembre 2019, disponibile all’indirizzo web https://www.facebook.com/PLopalcoPublic/)
Bibliografia
1 . Selak V, Jackson R, Poppe K, Wu B, Harwood M, Grey C, Pylypchuk R, Mehta S, Choi YH, Kerr A, Wells S. Personalized Prediction of Cardiovascular Benefits and Bleeding Harms From Aspirin for Primary Prevention: A Benefit-Harm Analysis. Ann Intern Med. 2019 Sep 17. doi: 10.7326/M19-1132.
2 . Kostis JB. Individualize Treatment With Aspirin for Primary Prevention. Ann Intern Med. 2019 Sep 17. doi: 10.7326/M19-2475.
3 . MacIntyre CR, Mahimbo A, Moa AM, Barnes M. Influenza vaccine as a coronary intervention for prevention of myocardial infarction. Heart. 2016 Dec 15;102(24):1953-1956. doi: 10.1136/heartjnl-2016-309983.
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