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Muoviti, se non vuoi rimbambire il tuo cervello

Quali effetti ha l’attività motoria sull’accumulo della proteina β-amiloide, sul declino cognitivo e sulla neurodegenerazione negli adulti che sono cognitivamente normali? Che cosa suggerisce la letteratura scientifica?

Muoviti, se non vuoi rimbambire il tuo cervello

Nello studio dei ricercatori di Harvard, l'attività fisica di base è stata valutata dal numero giornaliero di passi contati in 5-7 giorni mediante un contapassi (circa 5500 passi giornalieri nei partecipanti allo studio). Ecco come i comportamenti dello stile di vita influenzano la salute del cervello.

Crescenti e concordanti evidenze scientifiche suggeriscono che lo stile di vita è in grado modificare il rischio di demenza. Alcuni ricercatori dell’Università di Harvard, i quali si occupano dell'invecchiamento cerebrale, hanno valutato gli effetti dell'attività motoria sull’accumulo della proteina β-amiloide, sul declino cognitivo e sulla neurodegenerazione negli adulti che sono cognitivamente normali. [1] “La beta amiloide - come scrive la rivista “Le Scienze” - è una proteina naturalmente presente nel sistema nervoso, ma un difetto nei meccanismi del suo smaltimento può portare alla formazione di grandi aggregati, le cosiddette placche amiloidi, caratteristiche della malattia di Alzheimer.”*

Nello studio dei ricercatori di Harvard, l'attività fisica di base è stata valutata dal numero giornaliero di passi contati in 5-7 giorni mediante un contapassi (circa 5500 passi giornalieri nei partecipanti allo studio); il carico β-amiloide è stato determinato tramite la tomografia ad emissione di positroni ed il rischio vascolare è stato misurato con il punteggio utilizzato nello studio di Framingham. La neurodegenerazione nel corso del tempo è stata misurata mediante la perdita di sostanza grigia del cervello e dallo spessore corticale entrambi osservati con la risonanza magnetica cerebrale, mentre il cambiamento cognitivo nel tempo è stato valutato con un questionario specifico.

L'analisi trasversale dei 182 partecipanti (57% donne; età media, 73), ha mostrato che una maggiore attività fisica era associata a un minor rischio vascolare, ma non alla quantità di β-amiloide. Dopo un follow-up durato tra 5 ed i 6 anni, una maggiore attività fisica è stata associata ad un declino cognitivo più lento correlato, nelle analisi multivariate, alla beta-amiloide e alla perdita di volume della sostanza grigia. Un rischio vascolare inferiore era associato in modo indipendente con il declino cognitivo e la perdita più lenta di volume della sostanza grigia era, invece, correlata alla β-amiloide. Le analisi esplorative del cervello nella sua interezza hanno associato una maggiore attività fisica con un più lento assottigliamento corticale correlato alla beta-amiloide nelle regioni: parietali, entorinale, insulare, temporale laterale e mediale, ma non nell'ippocampo. Un punto di forza di questo studio è l'inclusione di biomarcatori per la β-amiloide e la neurodegenerazione. 

La promozione dell'attività fisica e la prevenzione del rischio cardiovascolare possono moderare i cambiamenti nella cognizione e nella neurodegenerazione degli anziani cognitivamente normali, anche in presenza di β-amiloide nel cervello. I risultati di questo lavoro rafforzano quanto evidenziato da altri studi recenti, i quali  hanno trovato come i comportamenti dello stile di vita influenzino la salute del cervello. Ciò dovrebbe incoraggiare i medici, ma non solo loro, a raccomandare uno stile di vita sano in coloro con problemi cognitivi, indipendentemente dallo stato della β-amiloide.

Note

* Le Scienze. Due bersagli per smaltire la beta amiloide dal cervello. (Disponibile all’indirizzo http://www.lescienze.it/)


Bibliografia.

1 . Rabin JS, Klein H, Kirn DR, Schultz AP, Yang HS, Hampton O, Jiang S, Buckley RF, Viswanathan A, Hedden T, Pruzin J, Yau WW, Guzmán-Vélez E, Quiroz YT, Properzi M, Marshall GA, Rentz DM, Johnson KA, Sperling RA, Chhatwal JP. Associations of Physical Activity and β-Amyloid With Longitudinal Cognition and Neurodegeneration in Clinically Normal Older Adults. JAMA Neurol. 2019 Jul 16. doi: 10.1001/jamaneurol.2019.1879.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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