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Il tumore è in agguato in ciò che mangi, ma attenzione ai nascondini

La prevenzione nutrizionale del cancro poggia su solide e robuste evidenze scientifiche. Queste evidenze suggeriscono che la dieta a base vegetale, integrale e a basso indice glicemico abbia effetti protettivi contro la gran parte dei tumori.

Il tumore è in agguato in ciò che mangi, ma attenzione ai nascondini

Tuttavia, quando gli studi sperimentali randomizzati e condotti in doppio cieco (RCT) hanno indagato gli effetti dei micronutrienti nella prevenzione dei tumori i risultati sono stati paradossali.

La prevenzione nutrizionale del cancro poggia su solide e robuste evidenze scientifiche, come quelle pubblicate nel volume “Food, Nutrition, Physical Activity and Prevention of Cancer” e costantemente aggiornate dall’American Institute for Cancer Cancer Research/World Cancer Research Fund (gli aggiornamenti sono disponibili al sito http://www.wcrf.org/). Queste evidenze suggeriscono che la dieta a base vegetale, integrale e a basso indice glicemico abbia effetti protettivi contro la gran parte dei tumori.

Tuttavia, la prevenzione nutrizionale del cancro ha indagato, oltre agli alimenti, anche alcuni micronutrienti (vitamine e minerali), somministrati negli studi sperimentali randomizzati e condotti in doppio cieco (conosciuti come “Randomized Clinical Trials”). Questi studi sono diversi da quelli epidemiologici osservazionali, in quanto lo sperimentatore può controllare le variabili, di converso, però, i risultati sono di difficile interpretazione. Ad esempio, la complessità di interpretare i RCT circa gli effetti nutrizionali specifici sull’incidenza del cancro può essere illustrata dallo studio “Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial” (conosciuto con la sigla “SELECT”) [1],  che ha valutato se il selenio (200 μg al giorno) e la vitamina E (400 UI al giorno), in associazione o singolarmente, potevano ridurre il rischio di cancro alla prostata in un RCT controllato con placebo in oltre 35.000 uomini. Ebbene, la somministrazione di selenio e vitamina E non ha mostrato una riduzione dell'incidenza del cancro alla prostata. Mentre, lo studio ha trovato che l'assunzione di vitamina E aumenta il rischio di cancro alla prostata del 13% rispetto al placebo (p = 0,06) [2], e questo aumento del rischio è diventato significativo nel periodo di follow-up (17%; p = 0,008) [3]. Il punto di vista prevalente tra i ricercatori per interpretare i risultati di questi micronutrienti utilizzati negli RCT è che essi non ricalcano la situazione epidemiologica reale, nella quale le popolazioni carenti di nutrienti hanno un rischio di cancro superiore a quelle popolazioni nelle quali non vi è tale carenza.  Infatti, la base dell'intervento con il selenio nella sperimentazione SELECT è derivata dai risultati RCT di endpoint secondari (cancro alla prostata), suggerendo che il beneficio della supplementazione possa essere limitato agli uomini con basse concentrazioni di selenio nel sangue. Pertanto, una successiva analisi di SELECT ha esaminato se il selenio potesse sortire effetti preventivi negli uomini con basse concentrazioni basali di selenio. Contrariamente a questa ipotesi, l'analisi ha dimostrato che l'integrazione del selenio non ha avuto effetti complessivi sull'incidenza del cancro alla prostata negli uomini con basse concentrazioni di selenio di base, anzi ne ha aumentato significativamente il rischio di cancro [4]. 

La concentrazione di selenio nella popolazione complessiva dello studio e nel gruppo a basse concentrazioni al baseline, tuttavia, era molto più elevata nella popolazione SELECT rispetto agli studi precedenti in popolazioni a basso selenio. In aggiunta a questi e ad altre ricerche con micronutrienti (ad esempio, con acido folico), alcuni studi nutrizionali hanno riportato risultati conflittuali tra i dati epidemiologici e gli RCT riguardanti i modelli dietetici [5].  Ad esempio, i dati suggeriscono che una riduzione di metionina (un aminoacido essenziale che è donatore metil-dietetico) può produrre una protezione duratura contro il cancro colorettale, eventualmente mediante la riprogrammazione epigenetica delle cellule staminali [6]. Come illustrato da SELECT, i risultati di studi epidemiologici osservazionali potrebbero non essere direttamente traducibili nei risultati di RCT per diversi motivi.  In primo luogo, i primi studi randomizzati hanno testato l'ipotesi che un singolo componente della dieta (ad esempio, un singolo nutriente o alimento) possa essere associato con il rischio di cancro. Tuttavia, quando un componente della dieta viene modificato, per necessità, anche gli altri componenti ne sono alterati. Ad esempio, una diminuzione dell'assunzione complessiva di grassi comporterà un aumento dell'assunzione di carboidrati o di proteine ​​ed un aumento dell'assunzione di frutta e verdura potrebbe essere accompagnata da una diminuzione del grasso totale o dell'assunzione di grassi saturi.  In secondo luogo, i risultati degli studi epidemiologici osservazionali variano a seconda del tipo di verdura o frutta studiata. Ad esempio, il consumo di verdure a foglia verde è inversamente associato con alcuni tumori, ma quello dei vegetali amidacei (come, ad esempio, le patate) non lo sono. Questa constatazione potrebbe essere il risultato dei diversi profili nutrizionali dei vari tipi di frutta e verdura e di una comprensione incompleta dei meccanismi con cui questi nutrienti possano influenzarsi a vicenda e interagire tra loro in rapporto alla stima del rischio di cancro. In terzo luogo, una complessa interazione dose-risposta (ad esempio, non lineare, effetto soglia) con vitamine, minerali e altri micronutrienti potrebbe dipendere dalla loro concentrazione basale, facendo presupporre, quindi, che le dosi di micronutrienti siano troppo alte e la fibra troppo bassa negli RCT per poter trarre conclusioni definitive dai risultati [4,7]. 

Bibliografia

1 . Lippman SM, Goodman PJ, Klein EA, et al. Designing the Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial (SELECT). J Natl Cancer Inst 2005; 97: 94–102.
2 . Lippman SM, Klein EA, Goodman PJ, et al. Effect of selenium and vitamin E on risk of prostate cancer and other cancers: the Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial (SELECT). JAMA 2009; 301: 39–51.
3 . Klein EA, Thompson IM Jr, Tangen CM, et al. Vitamin E and the risk of prostate cancer: the Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial (SELECT). JAMA 2011; 306: 1549–56.
4 . Kristal AR, Darke AK, Morris JS, et al. Baseline selenium status and effects of selenium and vitamin E supplementation on prostate cancer risk. J Natl Cancer Inst 2014; 106: djt456.
5 . Vollset SE, Clarke R, Lewington S, et al. Effects of folic acid supplementation on overall and site-specific cancer incidence during the randomised trials: meta-analyses of data on 50,000 individuals. Lancet 2013; 381: 1029–36.
6 . Hanley MP, Kadaveru K, Perret C, Giardina C, Rosenberg DW. Dietary methyl donor depletion suppresses intestinal adenoma development. Cancer Prev Res 2016; 9: 812–20.

7 . O’Keefe SJ. Diet, microorganisms and their metabolites, and colon cancer. Nat Rev Gastroenterol Hepatol 2016; 13: 691–706.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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